Commando in azione all’alba: sette cacciatori rapinati e disarmati sotto la minaccia dei kalashnikov

Due distinte rapine tra Laureana di Borrello e Melicucco: banditi mascherati e armati bloccano le auto, puntano fucili e pistole e portano via le armi da caccia

Assalti armati all’alba, auto costrette a fermarsi lungo strade provinciali e fucili da caccia sottratti sotto la minaccia delle armi. È il bilancio di una mattinata di paura nel Reggino, dove sette cacciatori, tutti residenti a Reggio Calabria, sono stati vittime di due distinte rapine avvenute a poche ore di distanza l’una dall’altra.

Volti coperti da passamontagna

Volti coperti da passamontagna

Il primo episodio si è verificato nei pressi di Laureana di Borrello, lungo la strada provinciale che collega Rosarno al centro collinare, nel cuore della Piana di Gioia Tauro. Un’auto con quattro individui a bordo, tutti mascherati e armati di fucili e pistole, ha sbarrato la strada a due vetture con cinque cacciatori a bordo, costringendole a fermarsi. In pochi istanti i banditi hanno minacciato le vittime e si sono impossessati dei fucili da caccia, per poi dileguarsi.

Kalashnikov già usati

La zona non è nuova a episodi di questo tipo. Solo lo scorso mese altri cacciatori erano stati assaltati due volte con modalità ancora più allarmanti: raffiche di mitragliatore Kalashnikov esplose contro i motori delle auto per impedire la fuga e costringere le vittime alla resa.

Paura anche a Melicucco

Il secondo assalto si è consumato nel territorio di Melicucco. Anche in questo caso banditi armati e con il volto coperto hanno fermato due cacciatori, costringendoli a consegnare i fucili in loro possesso. Nessuna possibilità di reagire, solo la paura di trovarsi di fronte a criminali pronti a usare la violenza.

Un territorio pericoloso

Le rapine ai cacciatori non rappresentano una novità nel Reggino, in particolare nella Piana di Gioia Tauro, dove negli ultimi anni l’azione delle forze dell’ordine aveva consentito un controllo più efficace del territorio. Quest’anno, però, il fenomeno è tornato con una pericolosa escalation: colpi mirati, violenza crescente e l’utilizzo di armi da guerra spianate contro cittadini inermi, riaccendendo l’allarme sicurezza in una delle aree più delicate della Calabria. Episodi gravissimi sui quali ora indagano i carabinieri.

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