“L’assessore Talarico resta al suo posto”. È con queste parole che il sindaco Enzo Romeo ha aperto i lavori dell’ultimo Consiglio comunale, mettendo nero su bianco la posizione dell’amministrazione sulla vicenda che da giorni alimenta tensioni a Palazzo Luigi Razza. “Gli uffici mi hanno dato il via libera”. Pertanto si andrà avanti in attesa che arrivi il parere del ministero dell’Interno.
Al centro del dibattito, la posizione dell’assessore Marco Talarico e l’eventualità di una sua incompatibilità con la carica ricoperta. Una questione diventata incandescente e che qualche giorno fa ha spinto il segretario generale del Comune, Domenico Libero Scuglia, a richiedere un parere ufficiale al Ministero dell’Interno, l’unico organo titolato a esprimersi in maniera definitiva.
“Abbiamo agito nel pieno rispetto della legge – ha spiegato in precedenza Scuglia –. Non c’è stata alcuna forzatura, né tantomeno negligenza. Il nostro operato è limpido e fondato. In ogni caso, abbiamo ritenuto opportuno chiedere un parere al Ministero per fugare ogni dubbio e garantire piena trasparenza”.
Il clima, tuttavia, resta teso. Sempre precedentemente, l’opposizione ha sollevato interrogativi non solo sulla legittimità degli atti firmati da Talarico, ma anche sulla tenuta della stessa maggioranza. Secondo alcune voci interne al Palazzo, sarebbe in atto una resa dei conti politica, con il sospetto di un “fuoco amico” che punta a indebolire la giunta Romeo dall’interno.
“Non ho alcuna intenzione di dimettermi – ha dichiarato l’assessore Talarico –. Non c’è nessuna incompatibilità, e la mia coscienza è serena. Chi agita fantasmi lo fa per altri scopi”.
La polemica è riesplosa dopo la convocazione ufficiale del Consiglio comunale, che all’ordine del giorno ha inserito anche l’avvio di un procedimento di contestazione per presunta incompatibilità, ai sensi dell’articolo 69 del Testo unico degli enti locali (D.Lgs. 267/2000). Un passaggio delicato, che potrebbe aprire un fronte formale oltre a quello già apertissimo sul piano politico.
Intanto la maggioranza ha avviato un confronto interno per ricompattarsi, mentre l’intera vicenda resta appesa alla valutazione del Viminale. “Siamo fiduciosi – ha detto ancora il sindaco Romeo –. Le istituzioni faranno chiarezza e noi andiamo avanti nel rispetto del mandato che ci è stato dato”.
L’ultima parola, adesso, spetta a Roma. Ma a Vibo la tensione resta alta.