Una seduta dai toni surreali quella del Consiglio comunale di San Calogero, svoltosi il 26 maggio 2025, segnata da una polemica dai contorni personali che ha visto protagonisti il sindaco e il consigliere Castagna, quest’ultimo anche presidente di seduta. Entrambi si sono rivolti apertamente contro un cittadino presente tra il pubblico, colpevole – secondo i due – di aver recentemente lanciato una campagna social contro l’amministrazione, mettendone in luce le presunte inefficienze tramite dirette Facebook.
La strada
Nel mirino, tra le altre, la realizzazione di una strada che attraversa la proprietà del sindaco e termina in prossimità di una fiumarella, priva di sbocchi e utile a pochi proprietari terrieri. L’opera è stata finanziata con circa 200mila euro nell’ambito del programma “rigenerazione urbana”, suscitando interrogativi sulla coerenza con le finalità del finanziamento. Intanto, le strade dei due centri abitati e quelle secondarie versano in condizioni definite “pietose”, senza dimenticare la questione della frana di Fosso Scalone, riattivata da un nuovo cedimento che ha costretto alla chiusura parziale della strada. Una strada, quella alternativa verso la SS18, ormai soprannominata ironicamente “rampa di lancio” dai residenti.
Nel corso della seduta, nessun consigliere ha replicato alle accuse rivolte al cittadino, che ha poi risposto il giorno seguente con un’ulteriore diretta, definendo l’atteggiamento di sindaco e presidente “antidemocratico” e “minaccioso”. Secondo il cittadino, questa sarebbe l’ennesima conferma del malessere profondo che attraversa l’attuale maggioranza, arrivata ormai – a suo dire – alla fine del proprio ciclo. Ha anche sollevato dubbi sulla progettazione dell’opera incriminata, affidata, a suo dire, a un congiunto diretto del consigliere Castagna, già beneficiario di altri incarichi, puntando il dito contro una presunta gestione “familistica” della cosa pubblica.
Tensione sul bilancio
Tensione alle stelle sull’ultimo punto all’ordine del giorno, relativo al bilancio. Castagna, relazionando in aula, ha affrontato il tema delle polemiche nate attorno alla convenzione stipulata con la società AREA srl per il recupero tributi. Una convenzione che, come noto, ha portato a un’ondata di fermi auto e prelievi diretti dai conti correnti dei cittadini, sollevando un diffuso allarme sociale. Castagna ha ribadito che “le tasse vanno pagate”, minimizzando il numero dei cittadini in difficoltà e sottolineando come in molti lo abbiano addirittura ringraziato per l’iniziativa.
Varone
Diversa la posizione del consigliere Varone, che ha criticato aspramente la gestione delle risorse da parte dell’attuale amministrazione. “Tanti soldi recuperati, ma sprecati”, ha detto, attribuendo i pochi risultati ottenuti alle precedenti amministrazioni, citando tra le opere più significative la Casa della Cultura, i campetti polivalenti, il campo sportivo e l’asilo nido. Anche il consigliere Ventrici ha denunciato la mancata prosecuzione dei lavori di bitumazione, interrotti – a suo dire – inspiegabilmente prima del tratto che conduce al campo sportivo.
Nel vivo del dibattito, Varone ha chiesto chiarimenti sulla decisione di sostituire Agenzia delle Entrate-Riscossione con AREA srl, domandando informazioni precise sulle percentuali di aggio. Castagna, piuttosto che rispondere, ha iniziato a parlare di beni immobili e lasciti familiari. Di fronte all’insistenza di Varone, ha ammesso la propria impreparazione e ha chiamato in causa il funzionario comunale Baldo.
A questo punto, secondo la minoranza e l’ex sindaco Brosio, presente in aula, si sarebbe consumato un vero e proprio “teatrino”. Castagna ha chiesto al funzionario: “Quando è stata la prima interlocuzione con AREA srl?”, ricevendo una risposta secca: “Nel 2012”. La replica ha fatto infuriare la minoranza, che ha immediatamente sottolineato come, anche ammesso che vi siano stati contatti in quegli anni, nessuna convenzione fu mai stipulata durante la Giunta Brosio. “Volevano far ricadere su di noi responsabilità che non ci appartengono”, ha tuonato Varone.
Lo stesso Varone, con documenti alla mano, ha mostrato il giorno seguente come la prima convenzione ufficiale con AREA srl risalga all’1 dicembre 2020, con successive proroghe tutte avvenute sotto l’amministrazione Maruca. “Non vogliamo pensare si tratti di complicità politica – ha detto – ma di certo il funzionario si è prestato al gioco dell’ex assessore. Forse per ingenuità, forse per buona fede, ha tentato di scaricare responsabilità proprie sulla giunta precedente”.
La farsa
A rincarare la dose ci ha pensato infine l’ex sindaco Brosio, che in un video pubblicato sui social ha definito l’episodio una “farsa” e ha mostrato documenti per confutare quanto sostenuto in Consiglio. “Ci metto la faccia – ha dichiarato – e vi mostro le carte. Perché chi oggi è colpito da fermi e pignoramenti sappia chi li ha traditi, svendendoli agli interessi di una società privata che pensa solo a incassare e fare profitti”.