Controlli fiscali al minimo: nel 2024 verificato solo un contribuente su 71

I dati della Corte dei Conti fotografano un sistema che fatica a colpire l’evasione in modo efficace: su 9 milioni di partite IVA, solo 129mila hanno ricevuto controlli veri e propri

Il fisco non suona due volte. In un intero anno, nel 2024, ha effettuato controlli sostanziali – quelli con accessi e ispezioni che non si basano solo sui documenti cartacei – su 1,4% dei contribuenti con attività imprenditoriali, autonome o professionali.

Dei 9 milioni di contribuenti di queste categorie poco più di 129mila sono quelli che hanno ricevuto una ‘visita’ dagli ispettori fiscali. Si tratta in media di circa un contribuente su settantuno. In pratica, senza accelerazioni, sarebbe necessaria una rotazione di 71 anni per controllare tutti. Il dato, ovviamente, non tiene conto delle altre tipologie di accertamento.
E’ quanto emerge dalle elaborazioni della Corte dei Conti sulla frequenza dei controlli sostanziali contenute nei volumi che accompagnano la relazione sul Rendiconto Generale dello Stato. “Risulta dunque del tutto evidente – afferma la Corte – come le probabilità di essere concretamente soggetti a controllo siano molto ridotte”.

Dei 9 milioni di contribuenti di queste categorie poco più di 129mila sono quelli che hanno ricevuto una ‘visita’ dagli ispettori fiscali. Si tratta in media di circa un contribuente su settantuno. In pratica, senza accelerazioni, sarebbe necessaria una rotazione di 71 anni per controllare tutti. Il dato, ovviamente, non tiene conto delle altre tipologie di accertamento.
E’ quanto emerge dalle elaborazioni della Corte dei Conti sulla frequenza dei controlli sostanziali contenute nei volumi che accompagnano la relazione sul Rendiconto Generale dello Stato. “Risulta dunque del tutto evidente – afferma la Corte – come le probabilità di essere concretamente soggetti a controllo siano molto ridotte”.

Nella relazione dei magistrati contabili ci sono molti dati che riguardano i controlli. Emerge così che, complessivamente per tutte le tipologie di verifica, solo il 17,7% degli importi dell’evasione scoperta si traduce in incassi effettivi da parte del fisco: a fronte di 72,3 miliardi accertati nel 2024 sono stati versati concretamente 12,8 miliardi. All’interno del dato generale ci sono poi le iscrizioni a ruolo – le cartelle esattoriali vere e proprie – che hanno un incasso fermo al 3,1%: 40,7 miliardi sono gli importi accertati, 1,3 miliardi quelli versati. Un fenomeno per il quale la Corte considera sia “altamente probabile” la “correlazione a radicate aspettative di successive rottamazioni o al convincimento di poter eludere la successiva azione esecutiva”. (Ansa)

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