Da Pizzo a Venezia: l’ascesa di Giorgio Betrò e il modello culturale che ispira il sindaco Pititto

Il primo cittadino di Pizzo saluta con orgoglio la nomina del manager calabrese alla guida della Fondazione Forte Marghera: la sua esperienza è un esempio di visione e metodo per la valorizzazione dei nostri beni culturali

C’è un filo sottile, ma robusto, che unisce le sponde del Tirreno calabrese alla laguna veneziana. A tendere quel filo è Giorgio Betrò, manager originario di Pizzo, che da pochi giorni ha assunto la presidenza della Fondazione Forte Marghera, una delle istituzioni culturali più dinamiche del panorama veneziano. La notizia ha suscitato l’orgoglio del sindaco Sergio Pititto, che a nome dell’intera Amministrazione comunale ha espresso “le più vive congratulazioni» per una nomina definita «il coronamento di un percorso professionale di assoluto rilievo”.

Guida della Vela Spa

Guida della Vela Spa

Betrò, figura di riferimento nella Vela Spa – la società che gestisce alcuni dei principali eventi della città lagunare, tra cui il Carnevale di Venezia – guiderà la Fondazione per i prossimi nove anni, con l’obiettivo di trasformare il Forte in un “laboratorio permanente di cultura, paesaggio e innovazione sociale” e in un “campus diffuso della creatività”. Una missione ambiziosa, che – nelle parole del sindaco Pititto – trova un’eco anche nel progetto di rilancio culturale della città napitina. “Il modello di gestione che Betrò è chiamato a implementare, fondato su sinergie strategiche e collaborazioni con istituzioni come la Biennale e l’Accademia di Belle Arti, è la stessa direzione verso cui anche Pizzo, con le dovute proporzioni, sta lavorando”, afferma il primo cittadino.

Manager di primo livello

Pititto vede nel percorso del manager napitino non solo un motivo d’orgoglio personale, ma uno stimolo per la città a compiere un salto di qualità nella valorizzazione del proprio patrimonio: dal Castello Murat alla Tonnara, fino alla celebre Chiesetta di Piedigrotta. “Non si può più prescindere da una visione manageriale moderna – sottolinea – capace di attrarre investimenti e inserire i nostri beni in reti culturali più ampie”.

Un richiamo alla concretezza e alla progettualità, in un momento in cui anche le piccole città d’arte cercano modelli sostenibili per coniugare turismo, cultura e identità. E in questo senso, il successo di Giorgio Betrò a Venezia diventa un esempio di come le radici calabresi possano fiorire anche altrove, portando con sé una visione che guarda lontano.

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