Dalla rabbia alle fiamme: uno degli indagati per l’attentato a Claudia Santoro aveva aggredito pure un’altra dirigente comunale

Nel luglio 2023 mise le mani al collo di Adriana Teti, allora dirigente del Comune di Vibo Valentia. Solo le urla della donna lo fecero desistere. Oggi il suo nome ricompare tra i presunti responsabili dell’incendio dell’auto di Claudia Santoro

C’è un filo oscuro che unisce due episodi di violenza avvenuti a distanza di due anni ma legati dallo stesso scenario: il Comune di Vibo Valentia. E soprattutto dallo stesso protagonista. Uno dei due uomini indagati per l’attentato incendiario ai danni della dirigente Claudia Santoro, infatti, si era già reso protagonista di un’aggressione nei confronti di un’altra dirigente comunale, Adriana Teti, oggi in pensione. L’episodio risale al luglio del 2023 e avvenne in un pomeriggio concitato a Palazzo Luigi Razza, proprio mentre in aula era in corso una seduta del Consiglio comunale dedicata al bilancio. Mentre all’interno si discuteva di numeri e conti pubblici, nell’atrio del Municipio si consumava una scena di violenza che lasciò tutti attoniti.

Le mani al collo di Adriana Teti

Le mani al collo di Adriana Teti

Secondo la ricostruzione, l’uomo si sarebbe presentato al Comune in compagnia della moglie (impiegata al Comune) per chiedere chiarimenti su una delibera di Giunta non gradita. Dopo un breve scambio di parole, degenerato in pochi istanti, l’uomo avrebbe afferrato la dirigente Teti per il collo. Solo le urla della funzionaria, che risuonarono nel palazzo richiamando amministratori, consiglieri e personale comunale, riuscirono a fermarlo. L’aggressore si allontanò subito dopo insieme alla consorte, mentre la dirigente – scossa e sotto choc – si rifugiava nel suo ufficio raccontando l’accaduto ai colleghi e alla polizia municipale, che raccolse la sua denuncia.

Il cerchio che si chiude

Oggi, a distanza di più di un anno, lo stesso uomo torna al centro di un’inchiesta ben più grave: quella sull’attentato incendiario che l’11 luglio scorso distrusse l’auto di Claudia Santoro, dirigente del Comune di Vibo Valentia. Secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai carabinieri di Vibo Marina, sarebbe stato proprio lui – insieme a un complice – a compiere l’atto intimidatorio ai danni della dirigente. Una coincidenza che non sembra più tale, ma piuttosto il segnale di un clima pesante, di un intreccio di rancori, sfide personali e ostilità covate dentro la macchina comunale. Due dirigenti, due episodi di violenza, lo stesso protagonista e lo stesso contesto: quello di un’amministrazione dove la tensione interna, troppo spesso, sfocia in minacce e gesti intimidatori. Per gli inquirenti, il cerchio si sta chiudendo. Per la città, invece, si apre un interrogativo profondo: che cosa sta succedendo dentro il Comune di Vibo Valentia?

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