Sorprendente fine settimana, l’ultimo a Dasà, dove una serie di iniziative ha dato vita a una ricetta di sviluppo locale, collaborazione fattiva, accoglienza e inclusione quasi indescrivibili. Eppure la ricetta è stata semplice. Un po’ di “Portiamo Arte Festival” (kermesse portata in giro per la Calabria dall’associazione “Civitas” di Mileto, guidata da Fortunato Pedullà) voluta in paese dal sindaco, Raffaele Scaturchio, per abbellire alcuni usci di antiche case del centro storico comunale con opere pittoriche che richiamano alle tradizioni religiose e popolari.
Turismo esperenziale
Un altro po’ di “Turismo esperienziale”, quello concepito da qualche tempo da “Pasta Grammar” (canale YouTube gestito dall’autoctona Eva Santaguida e dal marito americano Harper Alexander, con oltre 400 mila followers), che da un pochetto di anni si pregiano della collaborazione dell’associazione locale “Dàsos Eliés” per l’accoglienza a Dasà di decine di turisti stranieri (americani, australiani, europei e mondiali da ogni dove, alcuni dei quali hanno acquistato anche case e strutture). Tanta partecipazione e collaborazione sinergica e fattiva, da parte delle associazioni (“Dàsos Eliés”, “Acd”, “Aquila Rossa” e “Vespa Club”), volontari, cittadini (anche da altri centri).
L’esagerazione è stata nell’aggiunta di parecchia sana follia: nel credere in un progetto di sviluppo locale fino a qualche tempo fa impensabile. “Ematojicamente” parlando la faccina da inserire sarebbe quella perplessa con la mano sul mento. Fattivamente potrebbe essere argomento da tesi di laurea. Il programma si è sviluppato tra sabato e domenica.
I protagonisti
Tra i protagonisti, come detto, gli artisti, circa una decina (qualcuno anche locale), che hanno dipinto le porte di corso Umberto, culminante nella chiesa parrocchiale, nella piazza e nel municipio. Non si poteva che partire dell’argomento religioso, con la riproduzione della “Madonna della Consolazione”, indiscutibile icona di devozione cittadina, e dell’evento religioso che la vede protagonista, la “’Ncrinata” del martedì di Pasqua.
A seguire: attività dell’artigianato produttivo locale, con la produzione della farina e del pane casareccio; la tipica contadina con il carico in testa e la danzatrice di tarantella; un’arcaica raccolta di qualche frutto e la produzione del baco da seta; i giochi, del formaggio (“ruaju”) e delle carte; il fulmine che ha squarciato la croce sulla chiesa della Consolazione qualche tempo fa.
Accoglienza
A simbolo dell’accoglienza degli americani e dei turisti stranieri una “Statua della libertà” che nella mano sinistra ha un filo di salsicce, invece della torcia, e nella destra un fiasco di buon vino locale, simbolo d’“indipendenza”, al posto della tavoletta, per chi vuole festeggiare (senza esagerare). Il paese è stato senza ombra di dubbio abbellito e valorizzato. Domenica la giornata clou, iniziata in mattinata con la ripresa dei lavori artistici e proseguita con vari momenti di intrattenimento (musica dance, giganti, balli della scuola “Sunrise Dance”, gruppo musicale e commedia teatrale, a conclusione).
Pranzo comunitario
Una giornata piena, che ha avuto il suo apice nel pranzo comunitario, offerto da “Dàsos Eliés” (con la collaborazione delle altre associazioni) e la partecipazione di tanti volontari (tutti con la maglietta “I love Dasà”) cittadini e degli ospiti stranieri (dai 12 ai 70 anni), veri protagonisti del banchetto, allietato da organetto e tamburello e da tarantelle (in cui si sono cimentati anche il primo cittadino e il parroco, don Franco Fragalà): 16 americani (ospiti a Dasà per una settimana e provenienti da diversi stati), 9 altri provenienti da vari Paesi europei (già stati a Dasà e in tal caso tornati per l’occasione), quattro inglesi che hanno acquistato casa a Scalea (a quanto riferito pentiti di non averla acquistata a Dasà).
I ringraziamenti non si sono contati. Iniziando dallo speaker, Pino Portaro, finendo al sindaco, Raffaele Scaturchio, passando per Nando Scarmozzino, tra gli organizzatori, ed Eva e Harper. “Emojicamente” parlando non ci sono faccine che reggono.