Ore di immersioni e di andirivieni con le barche per ripulire i fondali marini antistanti la scogliera di Nicotera Marina da copertoni e altri rifiuti. Merito del Gruppo Protezione civile nicoterese, che, in collaborazione col Gruppo Augustus di Ricadi e con l’amministrazione comunale, in occasione della Giornata mondiale sull’inquinamento della plastica, dedica due giorni al mare per studiarne l’habitat costiero e coglierne gli aspetti più significativi.
Smaltimento immediato
I suoi qualificati ospiti(Paolo Palladino studioso di relitti e appassionato di archeologia subacquea, Jessica Falanga biologa marina, David Primonato istruttore subacqueo), assieme ai soci muniti di brevetto (Jerry Gallone, Giada Valenzisi e Francesco Cupitò) (foto sotto) e con la barca d’appoggio di Luigi Migale, scendono a pochi metri di profondità per osservare flora e fauna marine, ma anche per fotografare altri particolari. Si trovano davanti spettacoli affascinanti e ‘bruttezze’ sconcertanti tra cui un tubo in pvc di circa cinque metri, lamiere, batterie e, in particolare, praterie di copertoni che, per unanime intesa, decidono di recuperare e portare a riva. Alla fine delle due giornate di immersioni, che portano anche all’individuazione di un relitto della seconda guerra mondiale, i copertoni recuperati sono circa un centinaio e l’amministrazione comunale provvede all’immediato smaltimento. Ma in acqua ce ne sono ancora altri e la Protezione civile provvederà nei prossimi giorni a recuperarli.

Un circolo vizioso
Fermo restando che i copertoni e la fanghiglia che li avvolge non possono essere la causa delle bollicine che, d’estate, di tanto in tanto, allietano il litorale di Capo Vaticano, per come qualcuno scrive, il lavoro svolto dalla Protezione civile di Nicotera, guidata dal dinamico presidente Nicola La Valle, non può non generare qualche riflessione. Sui fondali marini si trova sempre un po’ di tutto. I rifiuti che l’uomo, irresponsabile e incivile, ‘smaltisce’ allegramente, il mare, a poco a poco, li riporta a riva. Qui, l’uomo civile e responsabile li raccoglie assieme ad altri rifiuti, li differenzia e li smaltisce correttamente spendendo somme consistenti. Un circolo tanto vizioso e quanto costoso che le autorità competenti provano a spezzare, il più delle volte senza riuscirci come succede da decenni a Nicotera Marina con l’inquietante fenomeno dei copertoni che costellano parte dei fondali nicoteresi.
Boe abusive eliminate
Si ritiene che i copertoni vengano scaricati abusivamente, a mezza collina, nel vallone del torrente Tuccina e che, durante l’inverno, a ogni temporale, vengano trasportati dall’acqua impetuosa verso la foce e sospinti in mare. Poi, la furia dei marosi li scaraventa sulla spiaggia costringendo l’amministrazione comunale ad esborsi esorbitanti per eliminare spettacoli sconci. Sino a quando dovrà farlo? Ad assistere al recente recupero dei copertoni c’erano, da riva e in mare con un potente gommone, anche gli uomini della Delegazione di spiaggia della Capitaneria di porto che non si sarebbero limitati solo ad eliminare delle boe abusive (foto sotto), ma avrebbero anche preso atto di tutto il resto.

Jessica Falanga e l’oro verde
I risultati della due giorni di studio e pulizia dei fondali sono stati, peraltro, al centro di un convegno tenutosi sul lungomare lato Nord in una location naturale ricca di attrattiva. Ai lavori, moderati dal console del Touring club italiano Giovanni Bianco, hanno preso parte, oltre agli ospiti che hanno ispezionato i fondali, anche il sindaco Pino Marasco, l’assessore Francesco Antonio La Malfa, la rappresentante della Prociv di Nicotera Giusy Rombolà e Antonio Alvaro, responsabile di MariCal Gal Pesca (foto sotto). Fortunatamente, tutti gli interventi hanno solo sfiorato il brutto del mare ‘stuprato’ per dare spazio anche alle tante cose belle e interessanti scoperte. La biologa marina Jassica Falanga si sofferma, in particolare, sull’ ‘oro verde’ ossia sul patrimonio costituito dalle piante di terra e dagli organismi marini ipotizzando la possibilità di promuovere sui fondali nicoteresi una presenza più consistente di poseidonia oceanica.

Relitto di motozattera
Notizie ancora più interessanti arrivano da Paolo Palladino. In quanto studioso del settore, offre dettagliate informazioni sul relitto individuato sul litorale nicoterese classificandolo come ‘motozattera della tedesca Kriegsmarine’, mezzo di sbarco utilizzato durante la seconda guerra mondiale. Ma Palladino non si ferma a questo. Parla degli effetti devastanti del vermo cane che sta infestando la costa e delle ‘reti fantasma’ abbandonate sui fondali rocciosi e che pescano tutto l’anno. Poi, cattura l’attenzione con un’altra anticipazione. Sui fondali di Nicotera marina ha individuato anche qualcosa di davvero significativo che, però, non dice perché il suo impegno è quello di ritornare a fine estate con altri collaboratori e con attrezzature adeguate per uno studio approfondito di quanto ha visto in fondo al mare. Non c’è che da aspettare un paio di mesi.
Targa al maresciallo Cirone
Apprezzato anche l’intervento di Antonio Alvaro che spazia sulla pesca e i suoi non pochi problemi per poi cedere il microfono al presidente Nicola La Valle. Questi, nel ricordare le origini della Protezione civile a Nicotera, chiama al suo fianco il maresciallo dell’Arma Fabio Cirone che, nel 2018, in piena alluvione, da comandante della caserma di Nicotera Marina, fu l’ispiratore della nascita dell’associazione oggi attestatasi, meritatamente, su livelli di efficienza riconosciutile dappertutto. Per Cirone arriva la consegna di una targa ricordo tra gli applausi convinti dei presenti. Da sottolineare che l’ottima riuscita dell’iniziativa promossa dalla Protezione civile è legata anche al sudore versato dai soci Pino Pagano, Domenico Reggio, Rosanna Caiazzo, Filippo Quattrone, Giusy Rombolà, Salvatore Dell’Acqua, Tinella Franconeri, Orsola Pompilio, Antonio Cavallaro, Tonino La Rocca e dallo staff del lido ‘Il Gabbiano’.
