“Non c’è alternativa: o i depositi costieri o cittadini senza la propria spiaggia e senza turismo”. È il messaggio che Italia Nostra, attraverso la sezione di Vibo Valentia, ha lanciato contro la richiesta di rinnovo della concessione demaniale da parte della Meridionale Petroli S.r.l., che intende proseguire per altri vent’anni l’attività di stoccaggio di gasolio e benzina sul litorale di Vibo Marina. L’associazione ha depositato, lo scorso 2 settembre, formali osservazioni oppositive presso l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, in risposta all’avviso pubblicato il 22 agosto scorso. Si tratta, in sostanza, di una battaglia in difesa del territorio, dell’ambiente, della salute pubblica e del futuro turistico della costa.
Valutazioni ambientali
Valutazioni ambientali
L’opposizione presentata da Italia Nostra è articolata in quattro punti chiave. I primi due motivi riguardano la mancata acquisizione dei pareri di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Valutazione di Incidenza (VIncA), entrambi obbligatori secondo il D.lgs. 152/2006 e il D.P.R. 357/1997, nonché in base alla Direttiva Habitat dell’Unione Europea. La Regione Calabria, secondo quanto rilevato dall’associazione, non sarebbe mai stata nemmeno interpellata. Un’omissione grave, soprattutto considerando che l’impianto si trova nelle immediate vicinanze di due Siti di Interesse Comunitario (SIC) – i fondali di Pizzo (IT9310092) e quelli di Capo Cozzo-Sant’Irene (IT9340094) – inseriti all’interno del Parco Marino Regionale “Fondali di Capo Cozzo-S. Irene-Vibo Marina-Pizzo-Capo Vaticano-Tropea”. L’impianto ha una capacità superiore a 32.000 metri cubi di carburanti e, secondo Italia Nostra, può generare impatti significativi sulla salute umana, sull’ambiente marino e sulla biodiversità, che non sono mai stati valutati ufficialmente.
Balneazione pubblica
Il terzo punto sollevato dall’associazione fa riferimento all’art. 36 del Codice della Navigazione. Vibo Marina può oggi contare solo su due spiagge accessibili ai cittadini: quella del lungomare Amerigo Vespucci e quella del Lido Proserpina. Ma, secondo Italia Nostra, la vicinanza ai serbatoi di carburante impone per legge – a fini di prevenzione di incidenti rilevanti – la chiusura o la fortissima limitazione dell’accesso a queste aree, mettendo in discussione il diritto alla fruizione del mare e della spiaggia per la comunità locale. “Si tratta di una misura che il sindaco sarà tenuto a prendere – spiega Italia Nostra – per non esporre i cittadini al rischio di morire (nel caso del lungomare) o di riportare danni gravi alla salute (nel caso del Lido Proserpina)”.
Freno allo sviluppo
Il quarto motivo evidenziato riguarda l’impatto che la presenza dell’impianto avrebbe sul futuro turistico ed ecoturistico dell’intera area costiera. “Chi sceglierebbe di trascorrere le vacanze in un’area sottoposta a Piano di Emergenza per rischio di incidente rilevante?” si chiede il documento. La legge, infatti, impone l’obbligo di informare la popolazione residente e i turisti circa i rischi connessi alla presenza dell’impianto. “Un simile contesto – sostiene l’associazione – scoraggerebbe qualunque forma di investimento turistico o residenziale, frenando la già difficile ripresa del comparto in questa zona”.
Appello alla cittadinanza
Italia Nostra chiude il suo intervento con un appello alla cittadinanza di Vibo Marina, invitata a prendere coscienza dell’assoluta incompatibilità tra la presenza dei depositi di carburanti e lo sviluppo sostenibile del territorio: “È sterile o ipocrita discutere di compatibilità tra i depositi costieri e ogni altro interesse pubblico confliggente. Si confida in una presa di consapevolezza generale e diffusa da parte della popolazione”.