Un detenuto nel carcere di Vibo Valentia ha aggredito un sovrintendente della polizia penitenziaria colpendolo violentemente con più testate al volto e procurandogli la frattura del setto nasale oltre a varie ferite. Lo denunciano i sindacati Osapp e Sappe. L’aggressione, scaturita presumibilmente per motivi legati a una telefonata, è stata fermata solo grazie al tempestivo intervento di un agente. Il poliziotto ferito è stato ricoverato d’urgenza in ospedale.
Fenomeno in crescita
Fenomeno in crescita
“Siamo di fronte all’ennesimo episodio di violenza contro i nostri colleghi – afferma Pasquale Montesano, segretario generale aggiunto dell’Osapp -. È un fenomeno in continua crescita, alimentato dalla cronica carenza di personale e dal collasso del sistema penitenziario”.
In Calabria, secondo l’Osapp, “la situazione è ormai al limite: mancano circa 300 unità di polizia Penitenziaria, mentre a livello nazionale la carenza supera le 17.000 unità. A ciò si aggiunge un sovraffollamento di oltre 16.000 detenuti rispetto alla capienza regolamentare, con turni massacranti, carichi di lavoro insostenibili e una costante compressione dei diritti fondamentali degli operatori. Il tutto si consuma nell’indifferenza delle istituzioni e con una direzione penitenziaria regionale pressoché assente”.
Personale esasperato
Dal canto suo il Sappe, afferma il segretario provinciale di Vibo Gianpiero Greco, “aveva già segnalato, nei giorni scorsi, la gravissima situazione interna al penitenziario alla prefetta di Vibo Valentia, la quale ha manifestato attenzione, impegnandosi a sensibilizzare i competenti organi istituzioni, evidenziando la difficile condizione operativa in cui versa il personale del carcere”. “Il personale di polizia penitenziaria – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Ciccone, segretario regionale – ormai esasperato da un clima di tensione e pericolo costante, attende la visita della prefetta e auspica un intervento concreto e risolutivo da parte degli uffici superiori e di tutte le istituzioni coinvolte, attraverso un adeguato incremento dell’organico e l’adozione di misure organizzative e gestionali utili a creare un clima di maggiore serenità lavorativa”. (Ansa)
