Non si placa il malcontento a Dinami per la mancata attivazione del tempo prolungato alla scuola dell’infanzia. Dopo il sit-in pacifico organizzato nei giorni scorsi da un gruppo di genitori davanti all’istituto, durante lo svolgimento di un consiglio d’istituto, il sindaco Nino Di Bella ha deciso di intervenire formalmente, chiedendo un incontro urgente presso l’Ufficio scolastico provinciale di Vibo Valentia.
All’origine del disservizio ci sarebbe un’incomprensione di tipo burocratico e comunicativo tra scuola e Usp, che avrebbe impedito l’aggiornamento tempestivo del numero effettivo di iscritti. Se a febbraio, in fase di orientamento per la definizione dell’organico, gli alunni risultavano 11, oggi i bambini iscritti sono saliti a 18 — numero sufficiente, secondo il Comune, a legittimare la richiesta del tempo prolungato.
All’origine del disservizio ci sarebbe un’incomprensione di tipo burocratico e comunicativo tra scuola e Usp, che avrebbe impedito l’aggiornamento tempestivo del numero effettivo di iscritti. Se a febbraio, in fase di orientamento per la definizione dell’organico, gli alunni risultavano 11, oggi i bambini iscritti sono saliti a 18 — numero sufficiente, secondo il Comune, a legittimare la richiesta del tempo prolungato.
La scuola, dal canto suo, afferma di aver trasmesso la variazione nei termini previsti — entro il 27 giugno (la scadenza era il 30) — ma dall’Ufficio scolastico sembrerebbe non essere giunta alcuna conferma. Una discrepanza che ha generato una situazione di stallo, a cui il primo cittadino chiede di porre fine.
Nella lettera indirizzata all’Usp, Di Bella sottolinea l’impegno dell’amministrazione comunale che, nonostante le reiterate segnalazioni documentate, finora non ha ricevuto alcun riscontro. “Chiediamo un incontro risolutivo con la massima urgenza”, si legge nella nota, “per non vanificare la fiducia che le famiglie ripongono nell’amministrazione scolastica”.
Il sindaco evidenzia, inoltre, come l’attivazione del servizio non solo garantirebbe un diritto fondamentale per i bambini, ma contribuirebbe anche al benessere socio-economico della comunità, contrastando fenomeni come l’abbandono scolastico precoce. “Confido in un rapido riscontro – conclude Di Bella – e in un’accoglienza benevola delle istanze presentate, per dare un segnale concreto della volontà di tutelare realmente il diritto allo studio”.