La sua base operativa era sulle colline toscane, precisamente a Impruneta; una cittadina di 14mila abitanti, ricadente nel perimetro della Città metropolitana di Firenze. Un centro celebre soprattutto per l’industria della terracotta (il cosiddetto cotto di Impruneta), per la tradizionale Fiera di San Luca, che si svolge ogni anno alla metà di ottobre, e per la Festa dell’Uva. Ed aveva scelto proprio questa località Pasquale Conidi, 69 anni, di Stefanaconi, ritenuto dagli inquirenti un importante broker della droga, capace di muovere ingenti quantitativi di stupefacenti senza destare alcun sospetto. Il suo mercato erano le principali piazze della Toscana.
Trapiantato da diversi anni a Impruneta, non ha mai reciso i suoi legami con Stefanaconi. È ritenuto dagli investigatori, che hanno agito sotto il coordinamento dei magistrati della Dda di Firenze (LEGGI QUI), il fulcro di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, Conidi avrebbe importato cocaina per rifornire le principali piazze italiane, tra cui Firenze. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, ieri ha portato a sette misure cautelari – di cui quattro in carcere – nonché di 18 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti disseminati nelle province di Firenze, Lecce, Cosenza, Torino, Prato e Vibo Valentia.
Trapiantato da diversi anni a Impruneta, non ha mai reciso i suoi legami con Stefanaconi. È ritenuto dagli investigatori, che hanno agito sotto il coordinamento dei magistrati della Dda di Firenze (LEGGI QUI), il fulcro di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, Conidi avrebbe importato cocaina per rifornire le principali piazze italiane, tra cui Firenze. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, ieri ha portato a sette misure cautelari – di cui quattro in carcere – nonché di 18 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti disseminati nelle province di Firenze, Lecce, Cosenza, Torino, Prato e Vibo Valentia.
Nel gennaio dello scorso anno Conidi era stato condannato – al termine di un processo celebrato con rito abbreviato – per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti a 4 anni di reclusione. Era finito sotto processo perché trovato in possesso di un chilo e 300 grammi di cocaina. Nei suoi confronti era stato disposto il giudizio immediato ma l’imputato ha scelto il rito abbreviato.
Ora le indagini vanno avanti e non si esclude che i riflettori possano arrivare ad illuminare anche qualche zona d’ombra del Vibonese.