Si può tornare a un sistema in cui l’economia sia nuovamente al servizio della persona e non il contrario, come avviene oggi? Di questo e altro si discuterà sabato 12 luglio nel convegno “Una nuova visione dell’economia” per un “Benessere Equo e Sostenibile”, organizzato presso la biblioteca comunale di Dasà dal sindaco, Raffaele Scaturchio, con la collaborazione dell’associazione culturale, presieduta da Francesco Romanò, e del presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Vibo, Gaetano Portaro, che interverranno come relatori insieme al presidente dell’associazione “Moneta Positiva”, e principale relatore, Fabio Conditi.
Quest’ultimo, autore del libro “Risate Sovrane”, incentrato sull’argomento in questione, nella presentazione dell’interessante appuntamento cita l’economista Federico Caffè, che amava sostenere la tesi secondo cui “al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane, abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili”. Un principio divenuto insostenibile e per tale ragione va invertito.
In sostanza, sostiene Conditi, “l’economia deve tornare ad occuparsi del suo obiettivo originario, che è soddisfare i bisogni individuali e collettivi, utilizzando al meglio le risorse scarse che abbiamo, in modo da realizzare il pieno sviluppo della persona umana”. In definitiva, “il Pil, il profitto e la rendita finanziaria devono tornare ad essere dei semplici strumenti per realizzare il benessere delle persone e migliorare la qualità della vita di tutti”.
Un traguardo sommo ed equo, per realizzare il quale servono nuovi strumenti di valutazione e nuovi dispositivi di finanziamento dell’economia reale, che non determinino più debito verso l’esterno, causa dei “ricatti” da parte dei mercati finanziari verso l’Italia. “Queste innovazioni – sostiene Fabio Conditi – sono permesse dal dettato costituzionale che, nel rispetto dei trattati Ue, consente di concretizzare meccanismi innovativi e tecnologici in grado di finanziare una crescita economica strutturale senza aumentare il debito pubblico e generare un benessere equo e sostenibile per tutti. In conclusione, per liberarci dal debito pubblico, sarebbe necessario passare al Sistema Integrato di Risparmio Erariale (SIRE), un nuovo sistema economico che permette di trasformare da ideale a reale quanto detto sopra”.
Lo si approfondirà nel convegno di sabato, dove saranno presentate anche proposte di nuovi strumenti di scambio a livello comunale e regionale, per aumentare gli scambi locali e la crescita economica nel territorio.