Elezioni regionali, la campagna infinita: tra “interpretazioni” di Eligendo e la matematica della politica calabrese

Mentre in Calabria si rincorrono voci di riconteggi e piattaforme “interpreti”, la realtà - al netto dell’assurdità della legge elettorale - sembra dire che nulla cambierà. Ma la sensazione è che la campagna elettorale non sia mai davvero finita

In Calabria, le campagne elettorali non finiscono mai: cambiano solo il tono e la piattaforma. Dopo le elezioni regionali, il clima è quello di una lunga coda di voci, interpretazioni e calcoli che somigliano più a un giallo politico che a un esercizio di democrazia matura.

Eligendo ha disobbedito

Eligendo ha disobbedito

La notizia – o meglio, la non notizia – di ieri è stata che Eligendo, la piattaforma del Ministero dell’Interno deputata a conteggiare voti e assegnare seggi, avrebbe addirittura “interpretato” i risultati. Sì, avete letto bene: interpretato. Come se fosse un opinionista politico o un filosofo digitale in vena di sofismi. C’è stato persino chi, di fronte a risultati ritenuti poco digeribili, ha ipotizzato che qualcuno potesse “usare Eligendo a proprio piacimento”. Magari un “Grande vecchio” che aveva predisposto le cose per arrivare a ribaltare il risultato. Una suggestione affascinante – e un tantino complottista – che però rende bene il clima di sospetto e incredulità che continua ad accompagnare la politica calabrese.

Legge elettorale assurda

Eppure, a guardare bene i numeri, la vera assurdità non sta nei server del Viminale, ma nella legge elettorale partorita dallo stesso Consiglio regionale della Calabria: un capolavoro di paradossi bipartisan. Succede così che, indipendentemente dal colore politico, a Palazzo Campanella entreranno consiglieri eletti con poco più di mille voti, mentre altri, magari con settemila o cinquemila preferenze, resteranno fuori. Una legge a “capocchia”, direbbe qualcuno degli scontenti.

Risultati indigesti

Nelle ultime ore si sono susseguite indiscrezioni su un possibile riconteggio dei voti o su una revisione della distribuzione dei seggi da parte della Corte d’Appello. Ma da quanto trapela, non ci sarebbero margini per ribaltoni: i seggi resteranno così come sono. Il nodo, dicono i più informati, riguarda l’interpretazione del quorum per accedere alla ripartizione dei seggi. Secondo l’orientamento ormai consolidato (che obbidisce alla legge regionale della Calabria n.1 del 2005, art. 1 comma 7)  il calcolo si fa solo sui voti delle liste, escludendo quelli espressi soltanto per il candidato presidente. Applicando questo criterio, Noi Moderati (il cui risultato è stato indigesto a molti, così come – per altri versi – l’elezione di Falcomatà a Reggio) supera regolarmente la soglia di sbarramento, confermando la composizione del nuovo Consiglio regionale.

I conti che non tornano

Insomma, nessun terremoto. Ma il chiacchiericcio resta. Perché in Calabria, anche dopo le urne, la politica non va mai in vacanza. Anzi, sembra sempre sul punto di ricominciare. E se davvero Eligendo avesse imparato a interpretare, forse si limiterebbe a un commento ironico: “Signori, io i conti li faccio. Siete voi che non volete farli tornare.”

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