Una conferenza stampa voluta dai consiglieri regionali Raffaele Mammoliti (Pd) e Antonio Lo Schiavo (Gruppo misto) per denunciare il quadro drammatico della situazione sanitaria nel Vibonese e lanciare un messaggio forte e chiaro al commissario ad acta regionale Roberto Occhiuto e al management dell’Asp: in assenza di risposte adeguate alle istanze della politica, dei cittadini e delle categorie di settore il livello della protesta salirà di tono. E l’elenco delle carenze che i due consiglieri snocciolano nella sala convegni del “Centro servizi al volontariato” gremita di giornalisti, amministratori, responsabili di associazioni e cittadini, non solo è inaccettabile, ma testimonia il fallimento della sanità pubblica tanto sul territorio che nella rete ospedaliera. Nel mirino dei due consiglieri regionali prima e di quanti intervengono nel dibattito che si apre spontaneamente a conclusione della conferenza, finiscono tanto il commissario Occhiuto che i vertici dell’Asp.
No alla sanità “col portafoglio”
No alla sanità “col portafoglio”
Nel puzzle dei guai sanitari del Vibonese, Lo Schiavo e Mammoliti inseriscono tutte le inefficienze che stanno portando all’esasperazione gli utenti sanitari, la situazione drammatica del pronto soccorso dello “Jazzolino”, la precarietà dell’Asp con cinque “piloti” diversi in cinque anni e, ultimamente, affidata a un commissario a tempo parziale, la costruzione del nuovo ospedale che Occhiuto vorrebbe inaugurare nel 2026 e che, al momento, dispone di un progetto esecutivo stralcio, ma manca del progetto definitivo. Dito puntato anche contro il fallimento della medicina sul territorio, sulla mancanza di posti letto, sul rischio di esternalizzazione dell’assistenza domiciliare e sulle lunghe liste d’attesa. I due consiglieri regionali, paventando la possibilità che si voglia smantellare il sistema sanitario pubblico vibonese per favorire una sanità “col partafoglio”, hanno già chiesto ad Occhiuto un incontro in tempi brevi sulla sanità.
Nel mirino la rete dell’emergenza-urgenza
Non dovessero arrivare risposte adeguate, si lavorerà per portare la gente davanti alla sede dell’Asp e, se necessario, davanti alla cittadella regionale. Un’altra brutta notizia riguarda il fatto che, stando al Piano regionale della rete ospedaliera, l’attivazione del nuovo nosocomio vibonese, coinciderà con la chiusura degli ospedali di Serra e Tropea. Dal dibattito che si apre a conclusione della conferenza stampa, arrivano altre segnalazioni sconcertanti. In particolare, la dottoressa Marianna Rodolico mette sotto accusa il sistema dell’emergenza-urgenza varato dal commissario ad acta Occhiuto e che, a suo dire, avrebbe notevolmente complicato le cose, mentre Pino Conocchiella denuncia la mancata attivazione della procedura per la dichiarazione di morte biologica che viene richiesta da 25 anni senza alcuna risposta. Il che si traduce nella perdita di circa ottanta organi all’anno che potrebbero salvare altrettante vite umane.