Ennesimo furto di arance su un terreno confiscato: la Cooperativa Valle del Marro torna nel mirino

I soci ribadiscono la determinazione a non scoraggiarsi e chiedono il massimo supporto delle istituzioni e della cittadinanza

La Cooperativa Sociale Valle del Marro – Libera Terra è stata nuovamente vittima di un furto su un terreno confiscato. I recenti episodi, che si aggiungono a una lunga serie di atti criminali subiti nel corso degli anni, non rappresentano solo un danno economico per la cooperativa, ma costituiscono anche un vero e proprio attacco allo Stato.

La Cooperativa Sociale Valle del Marro – Libera Terra è stata nuovamente vittima di un furto su un terreno confiscato. I recenti episodi, che si aggiungono a una lunga serie di atti criminali subiti nel corso degli anni, non rappresentano solo un danno economico per la cooperativa, ma costituiscono anche un vero e proprio attacco allo Stato.

I beni colpiti, infatti, sono beni pubblici: un attacco che tenta di minare un percorso di riscatto sociale ed economico, intrapreso da istituzioni e società civile con l’obiettivo di sottrarre risorse economiche alla mafia e restituirle alla collettività, secondo l’intuizione di Pio La Torre e di Libera contro le mafie.

“Non ci faremo scoraggiare da questo accanimento criminale”, ribadiscono i soci della cooperativa. “Ogni danno subito ci rende moralmente più forti, perché siamo convinti che la nostra battaglia e il nostro metodo siano quelli giusti. Chiediamo che queste ripetute aggressioni ai terreni confiscati non restino impunite e che vengano adottate tutte le misure necessarie per proteggere i beni. Inoltre, facciamo appello al massimo supporto da parte delle istituzioni, della cittadinanza e delle reti solidali, ma anche al contributo concreto di tutti quei calabresi che, a malincuore, sono stati costretti a lasciare la loro terra e che non vogliono vederla abbandonata a sé stessa. Solo la forza di questa rete, unita e determinata, potrà permettere alla nostra cooperativa di continuare serenamente il suo impegno sui beni confiscati e di contribuire a costruire, nella Piana di Gioia Tauro, un futuro libero dalla mentalità mafiosa”.

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