Farmacia territoriale, l’Asp non muove un dito. Locali angusti, senza bagno, sala d’attesa all’aperto e come una topaia (video)

Prenotazioni impossibili con il telefono che squilla a vuoto, medicinali salvavita che spesso non si trovano e pazienti rispediti frequentemente a casa

I giorni passano, le quotidiane lamentele degli utenti si intensificano, ma nella sede della farmacia territoriale dell’Asp vibonese non cambia nulla. Disagi c’erano e disagi continuano ad esserci. Anzi, con l’arrivo del brutto tempo e delle prime piogge, la situazione tende nettamente a peggiorare perché la minuscola sala d’aspetto posta all’interno della struttura offre ospitalità a pochi pazienti che stanno accalcati favorendo, peraltro, la trasmissione del virus influenzale ormai nel periodo giusto. La sala d’attesa all’aperto esalta, invece, la superficialità con cui viene gestita la questione e la scarsa sensibilità verso lo stato di salute delle persone che arrivano da ogni angolo del Vibonese e che, dopo ore d’attesa, magari non vedono neppure soddisfatte le loro esigenze. Il locale esterno è stato paragonato ad una stalla e non siamo lontani dalla realtà.

Commissione in sonno

Commissione in sonno

La cosa che più sconcerta è il comportamento tenuto nel tempo dai vertici dell’Asp che guardano alla questione come a un qualcosa di estraneo e non di loro competenza. Anche la commissione straordinaria insediatosi lo scorso ottobre non ha dato, al momento, alcun segno di vita. Ai piani alti di via Alighieri non si muove foglia, non si decide nulla su una struttura che per le condizioni in cui si trova andrebbe chiusa senza pensarci su due volte. Neppure il fatto che nei giorni scorsi sia intervenuta la Polizia di Stato per prendere atto delle denunce e delle lamentele dei pazienti è servito a smuovere qualcosa. Anzi sì. E’ cambiato il responsabile della farmacia. La patata bollente pare sia passata nella mani della dottoressa Simona Mirarchi che, di certo, non potrà fare miracoli se i locali da utilizzare continueranno ad essere gli stessi. Il compito di imprimere una svolta spetta alla terna commissariale che dovrebbe prendersi il fastidio di lasciare la comoda scrivania e fare poche centinaia di metri a piedi per raggiungere il regno del malcontento popolare e magari mescolarsi, in anonimo, tra la gente in fila per capire che cos’è la sofferenza dell’attesa per chi vive in condizioni di salute precarie.

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Un orario da rivedere

Solo così, forse, potrebbero rendersi conto di una realtà disagiata da fermare subito. La triade commissariale, peraltro, dovrebbe anche prendere atto del fatto che una farmacia territoriale che dispensa farmaci delicati e salvavita dovrebbe, probabilmente, rimanere aperta h24 e non mantenere un orario quale quello attuale che vede lunedì, sabato e domenica con chiusura totale, martedì aperto un paio d’ore il pomeriggio e gli altri giorni aperto solo di mattina. In ogni caso, sarebbe opportuno che la commissione straordinaria desse un segno di vita e di speranza per cercare, se non altro, di smorzare la tensione che sta dilagando in questi giorni. Atteggiamenti di chiusura totale quali quelli attuali non giovano a nessuno. Esasperano la situazione e basta. Fermo restando che le soluzioni per migliorare il servizio farmaceutico ci sono e per l’Asp potrebbero comportare spese irrisorie. Basterebbe solo aprirsi un momentino al dialogo. L’ex commissario Battistini aveva cominciato a farlo con qualche risultato. Perché non agganciarsi al suo percorso?

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