Forze dell’ordine nel mirino, poliziotti aggrediti durante un controllo

Gli agenti - costretti a ricorrere alle cure del sanitari - stavano controllando un uomo ai domiciliari e sono stati aggrediti dallo stesso e dai suoi familiari, tutti appartenenti a una famiglia rom

Due poliziotti della Squadra volante della Questura di Catanzaro sono stati aggrediti nel pomeriggio di ieri, a Catanzaro, nel corso di un controllo nella zona sud della città.

In particolare, gli agenti – che sono dovuti ricorrere alle cure del sanitari – stavano controllando un uomo agli arresti domiciliari e sono stati aggrediti dallo stesso e dai suoi familiari, tutti appartenenti a una famiglia rom.

In particolare, gli agenti – che sono dovuti ricorrere alle cure del sanitari – stavano controllando un uomo agli arresti domiciliari e sono stati aggrediti dallo stesso e dai suoi familiari, tutti appartenenti a una famiglia rom.

I componenti del nucleo familiare sono stati arrestati e posti ai domiciliari.

Sulla vicenda è intervenuta la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (FdI) che ha espresso la propria solidarietà ai due poliziotti. “Si tratta – ha dichiarato in una nota – dell’ennesimo episodio di violenza ai danni delle Forze dell’ordine che, in contesti difficili come quelli dei quartieri Sud di Catanzaro, operano con professionalità ed equilibrio per garantire la legalità e affermare la presenza dello Stato. Mi auguro che vengano inflitte pene severe e certe ai responsabili, per contrastare quel senso di impunità che alimenta l’arroganza di chi crede di poter aggredire uomini e donne in divisa per impedirgli di svolgere il proprio lavoro”.

Solidarietà ai poliziotti aggrediti è venuta anche dalla segreteria provinciale di Catanzaro del sindacato Fsp Polizia di Stato. “La nostra organizzazione sindacale – ha sostenuto Rocco Morelli, segretario generale provinciale – nel condannare le ripetute violenze perpetrate in danno ai validissimi colleghi, auspica che tali eventi vengano condannati con determinazione anche da chi esercita la funzione giurisdizionale, in modo che tali fatti abbiano la giusta condanna. Tale nostra presa di posizione è motivata poiché, se non puniti per come previsto dalla legge, questo potrebbe incentivare i rei ad emulare tali forme di violenza, il che per uno Stato democratico rappresenterebbe una sconfitta per chi svolge un ruolo così importante per il benessere della collettività”. (ansa)

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