Francesco Martino, 49 anni, imprenditore di Arena, vive sotto il peso della violenza criminale. La sua ditta opera nel settore dei lavori pubblici. Da circa vent’anni subisce attentati e intimidazioni. I suoi mezzi sono stati spesso incendiati e, altre volte, scaraventati nei burroni. Proiettili, bottiglie incendiarie e croci vengono lasciati sui cantieri: un modo come un altro per tenerlo costantemente sotto pressione.
La società civile tace, la Calabria degli onesti non si ribella. L’associazionismo dell’antimafia vive nel suo mondo, immaginando che solo con la narrazione si possa fermare la ’ndrangheta. La realtà, invece, è che Francesco Martino vive ad Arena, da solo, nella paura.