Gioacchino Murat, un decennio di guerre e rivoluzioni tratteggiate in una mostra

La cerimonia inaugurale domenica 25 agosto. L'evento frutto di una preziosa collaborazione tra il Comune di Pizzo e l'Università Magna Graecia di Catanzaro

Domenica 25 agosto, al Castello Murat di Pizzo, a partire dalle ore 19, si svolgerà la Cerimonia di inaugurazione della Mostra iconografica “Gioacchino Murat. L’eroe e l’immaginario romantico”.
L’evento è il frutto della collaborazione tra l’Università Magna Graecia di Catanzaro e il Comune di Pizzo, su ispirazione del prof. Saverio Di Bella nella qualità di storico e Direttore della Biblioteca “Galluppi” di Drapia.
Una mostra senza precedenti a livello nazionale e internazionale: 45 riproduzioni di stampe dell’Ottocento sul re di Napoli Gioacchino Murat. La straordinarietà dell’iniziativa si lega anche ad una innovativa e rivoluzionaria tesi storiografica sul racconto del Risorgimento. Secondo Saverio Di Bella è stato proprio Gioacchino Murat, con il “Proclama di Rimini” datato “30 marzo 1815”, l’artefice della I guerra d‘Indipendenza. Non ha dubbi in merito lo storico, dimostrando, con documenti alla mano, che la storia del Risorgimento inizia con il Proclama di Rimini, nel quale il Murat si rivolge agli Italiani, mentre Carlo Alberto il suo appello, datato Marzo 1848, soltanto ai lombardi e ai veneti. Inoltre questo “primato” si evince anche dallo spirito e dal tono ispirativo del testo in confronto all’arido e burocratico appello di Carlo Alberto. A dare forza alla tesi anche l’omonima canzone incompiuta scritta da Alessandro Manzoni. Per il prof. Di Bella il Risorgimento italiano inizia con Murat e si conclude con la fine della II guerra mondiale e la nascita della Repubblica.

Il professore Saverio Di Bella, ispiratore della mostra
Il professore Saverio Di Bella, ispiratore della mostra

Dopo il taglio del nastro sono previsti gli interventi istituzionali da parte del sindaco del Comune di Pizzo Sergio Pititto, dell’assessore alla Cultura Marina Betrò, del prof. Giuseppe Caridi (Presidente Deputazione di Storia Patria per la Calabria). La Prolusione è affidata al prof. Antonino Mantineo (Università Magna Graecia di Catanzaro): Università e territorio. La mission dell’Ateneo Magna Graecia di Catanzaro e a seguire le relazioni del prof. Placido Currò (Università di Messina), e del prof. Raffaele Manduca (Università di Messina): Il re di Napoli Gioacchino Napoleone Murat nell’immaginario ottocentesco. Infine il prof. Saverio Di Bella con Gioacchino Napoleone Murat e il Risorgimento. Dalle menzogne del potere alla verità (la Prima guerra d’Indipendenza).

A dare il patrocinio all’iniziativa l’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano (Comitato provinciale di Messina e di Cosenza), la Deputazione di Storia Patria per la Calabria, l’Associazione culturale Zaleuco, Italia Nostra (sez. di Vibo Valentia.
La mostra, curata da Placido Currò e Raffaele Manduca, raccoglie opere tratte dai maggiori complessi museali europei (Bibliothéque Nationale de France, British Museum, Louvre, Château de Versailles, Prado, Rijskmuseum di Amsterdam, Carnavalet, Istituto per la storia del Risorgimento e Istituto centrale per la grafica di Roma). Si divide in tre sezioni tematiche: la prima, intitolata “Tra mitologia e guerra: l’epopea napoleonica”, ripercorre le tappe salienti dell’ascesa militare e politica di Murat; la seconda, “L’anti-eroe. Satira politica e sguardo dell’altro tra tradimento e sconfitta”, si sofferma – a partire dalla rappresentazione illustrata che di Gioacchino danno i suoi avversari – sulla stagione del declino e del dubbio, dalla ritirata di Russia alla battaglia di Tolentino, che chiude il progetto indipendentistico italiano; la terza, “L’eroe romantico e il Risorgimento”, offre infine la proiezione della sua immagine all’interno della visione ideologica costruita dalla letteratura risorgimentale, dall’impresa disperata per la riconquista del potere alla fucilazione di Pizzo: il riflesso tragico della parabola straordinaria di un garzone di provincia divenuto sovrano del regno di Napoli.

Le incisioni, i dipinti, le stampe, le litografie, le vignette che si possono ammirare nelle sale del Castello di Pizzo, corrono lungo un ventennio di guerra e di rivoluzioni e riproducono i momenti più significativi della traiettoria biografica di Gioacchino Murat: i tumulti parigini affrontati da giovanissimo ufficiale, le campagne d’Italia e d’Egitto, l’amore per Carolina, le grandi battaglie (Austerlitz, Jena, Eylau, Borodino, ecc.), il quotidiano nei palazzi del potere, i dissidi con Napoleone, l’illusione della morte romantica.

L’idea nasce da un progetto scaturito durante i lavori del convegno sull’Ottocento tenutesi il 9 e 10 maggio 2024 a Catanzaro e a Pizzo dal titolo “Il trionfo delle metamorfosi. Identità potere ed economia nel Mezzogiorno dell’Ottocento (1799 – 1861). I partecipanti hanno infatti evidenziato la necessità di stringere rapporti organici tra l’ateneo Magna Graecia e i territori della Calabria, dai quali provengono la maggior parte degli studenti iscritti.
Il Comune di Pizzo ha accolto immediatamente l’ipotesi progettuale e questa mostra è il primo risultato di un lavoro che proseguirà negli anni.

“Abbiamo scelto di raccontare, attraverso le immagini di una mostra che resterà permanente, il personaggio Gioacchino Napoleone Murat re di Napoli (1808 – 1815) e protagonista della I guerra di indipendenza e del Risorgimento, una verità volutamente ignorata per due secoli” spiega il prof. Di Bella. E sottolinea: “La storia di questo lungo periodo va infatti riscritta in base ai documenti e alla verità che gli stessi testimoniano. Non si può raccontare ai giovani e a tutti i cittadini ancora la menzogna creata dal potere sabaudo su Carlo Alberto protagonista della I guerra di Indipendenza. Carlo Alberto opera nel marzo del 1848 e si rivolge ai lombardi e ai veneti come interlocutori privilegiati. Murat nel marzo del 1815 invece si rivolge agli italiani. Le scelte di potere dei Savoia sono ancorate allo Statuto Albertino che rifiuta l’idea stessa di sovranità popolare. Questo principio chiave invece compare nella Costituzione napoletana del 1799 e nelle Costituzioni ispirate alla rivoluzione francese. Soprattutto si afferma come fondante nella Costituzione della Repubblica italiana vigente e nata con la Costituente dopo il referendum istituzionale del 1946. Il Risorgimento – conclude lo storico Di Bella – per ciò va raccontato come processo unitario che porta il popolo italiano a porsi nel ruolo di soggetto portatore di sovranità e di democrazia; processo che inizia nel triennio rivoluzionario (1796-99) e si chiude con la Resistenza. Consapevoli del fatto che ogni storia è storia contemporanea, cerchiamo perciò le radici e le sorgenti di ciò che siamo e riscopriamo che Murat e la rivoluzione francese, la Repubblica giacobina di Napoli (1799) e la Costituzione Romana del 1849 ci appartengono, lo Statuto dei Savoia non più.”
A raccontare la mostra e il suo straordinario valore un catalogo con le 45 immagini e le relative e approfondite descrizioni, curato sempre dai docenti Placido Currò e Raffaele Manduca.

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