Cinque ore. Trentanove sindaci. Due commissari straordinari. Otto sigle sindacali. Tutti i comitati civici del Vibonese, dalla Costa degli Dei al “San Bruno”, fino alla Casa della Carità, Medical Center e Forum del Terzo settore. La sala consiliare del Comune di Vibo Valentia è stata teatro di una delle riunioni più partecipate e più dure della Conferenza dei sindaci negli ultimi anni. E a fine seduta, il presidente Salvatore Fortunato Giordano, sindaco di Mileto, ha tracciato un bilancio netto: soddisfatto, sì, ma tutt’altro che sereno.
Partecipazione e tensioni inevitabili
Partecipazione e tensioni inevitabili
Giordano parla di “momenti di giusta tensione”, ma rivendica con forza l’importanza di un’aula gremita e attenta. Accanto a lui, per tutta la durata del confronto, il vicepresidente Sergio Pititto, il sindaco di Vibo Enzo Romeo e il sindaco Enzo Massa. Una presenza “doverosa”, dice, data “la delicatezza di temi che stanno esasperando un’intera comunità”. La Conferenza approva tre documenti pesanti, uno per ciascun presidio oggi in maggiore sofferenza: Tropea, proposta del sindaco Porcelli; Serra San Bruno, proposta del sindaco Barillari; Nicotera, proposta del sindaco Giuseppe Dato. Tre urgenze confluite in un unico documento unitario: la richiesta di interventi immediati per evitare il collasso definitivo degli ospedali periferici.
La sanità a Vibo non deve chiudere
Il presidente rilancia un punto che i sindaci, con voce unanime, hanno affidato all’aula: la sanità vibonese non può essere smantellata. “Come chiesto da Enzo Romeo – ribadisce Giordano – la sanità a Vibo deve essere migliorata, non candidata alla chiusura”. Il giorno dopo la Conferenza, a complicare ulteriormente il quadro, è arrivata la notizia dell’atto aziendale – per molti una manovra accentratore di risorse – e le dimissioni di Alberto Ventrice, gesto che ha provocato lo sdegno di amministratori e comitati. Giordano conferma che la Conferenza ha invitato il medico a soprassedere, “come già fatto dal prefetto Tomao”.
Chiarimenti dai commissari
Giordano ringrazia i commissari Tomao e Orlando, presenti nonostante l’assenza dei direttori amministrativo e sanitario. La triade commissariale – seppur incompleta – ha fornito la propria versione: nessuna intenzione di ridurre servizi o chiudere presidi; volontà di valorizzare gli ospedali periferici; disponibilità a modificare parti dell’atto aziendale per evitare fraintendimenti; uso della “governance per le emergenze” per spostare medici nei territori scoperti. Parole accolte “con speranza ma non con certezza”, sottolinea Giordano, perché i sindaci attendono “risultati visibili sul campo”.
Il personale resta la vera emergenza
Un nodo irrisolto attraversa tutta la riunione: la mancanza cronica di personale. I commissari parlano di sfiducia del personale sanitario verso il Vibonese, nonostante bandi e concorsi. Una condizione che paralizza reparti, rallenta laboratori, impedisce l’apertura di servizi già finanziati. La Conferenza chiede alla Regione di sbloccare il Piano del fabbisogno del personale e di redistribuire equamente le risorse “nel tempo sottratte al Vibonese”.
Sindaci uniti, comunità stremata
Giordano promuove l’atteggiamento dei primi cittadini, definiti “custodi dei loro territori, capaci di trasformare il disagio in iniziative concrete”. Un ringraziamento speciale va al vescovo Attilio Nostro – intervento forte, presenza significativa – e al prefetto Anna Aurora Colosimo, che ha fatto arrivare un saluto “molto indicativo”. Il presidente chiude con un auspicio preciso: la Regione smentisca “la tesi di chi vuole smantellare la sanità nel Vibonese” e dia finalmente risposte coerenti.
La promessa: vigilare senza tregua
La linea della Conferenza è tracciata: fiducia, ma non cieca. Giordano lo dice chiaramente: “Continueremo a vigilare con attenzione”. Cinque ore di confronto non bastano a cambiare un destino, ma ieri – nella Sala consiliare di Palazzo Razza – si è visto almeno un segnale: il territorio, per la prima volta dopo anni, si è presentato unito. E ora tutti aspettano la stessa cosa: i fatti.


