Le patologie croniche, la polipatologia e la crescente complessità clinica dei pazienti rappresentano oggi la quotidianità dei reparti di Medicina Interna. È da questa realtà – autentico fronte avanzato della cura ospedaliera – che prende avvio il dibattito scientifico e organizzativo della XXII edizione delle Giornate Internistiche Calabresi, in programma a Lamezia Terme venerdì 30 e sabato 31 maggio 2025.
“Negli ultimi anni – spiega il dottor Gerardo Mancuso, direttore del Dipartimento di Medicina e Specialità Mediche dell’ospedale di Lamezia Terme e presidente del Congresso – abbiamo assistito a una trasformazione radicale del profilo dei pazienti. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento della fragilità e della politerapia rendono i casi sempre più complessi. A tutto ciò la Medicina Interna deve rispondere con competenze aggiornate, integrazione ospedale-territorio e approcci multidisciplinari”.
L’evento vedrà la partecipazione di oltre 80 relatori di alto profilo, tra direttori di UOC, professori universitari, specialisti ambulatoriali e dirigenti ospedalieri, provenienti da tutta Italia. Le sessioni scientifiche affronteranno un’ampia gamma di tematiche, dalla gestione del paziente fragile alle novità in ambito cardiovascolare, respiratorio, metabolico e infettivo.
“Questo congresso – aggiunge Mancuso – è nato con l’idea di offrire un evento pragmatico, aderente alla realtà clinica. Non è un convegno teorico, ma un’occasione concreta di confronto tra chi ogni giorno lavora nei reparti”.
Una delle esperienze più significative al centro del congresso sarà quella del reparto di Medicina Interna dell’ospedale di Lamezia, che ha istituito una Sub-Intensiva Internistica con 4 posti letto: una struttura unica nel suo genere, che ha ridotto la mortalità nei pazienti complessi del 30% e che è stata riconosciuta come modello nazionale. Il Ministero della Salute ha inserito questo approccio nel nuovo Piano Nazionale Ospedaliero in corso di promulgazione.
Il programma dell’edizione 2025 toccherà tutti i principali ambiti della Medicina Interna, con focus specifici su epatologia, cardiologia, infettivologia, reumatologia, geriatria e medicina d’urgenza. L’obiettivo è creare una rete solida tra professionisti di diversa estrazione: medici internisti, cardiologi, reumatologi, diabetologi, infettivologi, fisioterapisti e infermieri.
“Il valore di questo evento – conclude Mancuso – è anche quello di costruire sinergie tra specialisti ospedalieri, universitari e medici del territorio. La salute del paziente passa da un sistema integrato, capace di affrontare la complessità con competenza e visione condivisa”.