Giù le mani dai sindaci, gli amministratori mettono in guardia Piantedosi

In provincia di Vibo alcuni Comuni rischiano di essere sciolti per infiltrazioni mafiose. Un verdetto simile è atteso anche sull'Asp

Al Comune di Bari arriva la commissione d’accesso inviata dal ministro Matteo Piantedosi , ma le polemiche non si placano, anche perché la diffusione di una foto che ritrae il sindaco Decaro assieme a due donne appartenenti al clan dominante nel capoluogo pugliese sta inasprendo oltre ogni limite anche il dibattito politico.

 Di pari passo, s’allarga il fronte della solidarietà al primo cittadino barese. In prima linea nell’esprimergli vicinanza ci sono numerosi sindaci calabresi, tra cui Nicola Fiorita (Catanzaro), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria) e Franz Caruso (Cosenza), nonché i presidenti del consiglio comunale di Crotone (Mario Megna) e Catanzaro (Gianmichele Bosco), che non hanno esitato a schierarsi a fianco del coordinatore nazionale  dell’Anci.

 Di pari passo, s’allarga il fronte della solidarietà al primo cittadino barese. In prima linea nell’esprimergli vicinanza ci sono numerosi sindaci calabresi, tra cui Nicola Fiorita (Catanzaro), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria) e Franz Caruso (Cosenza), nonché i presidenti del consiglio comunale di Crotone (Mario Megna) e Catanzaro (Gianmichele Bosco), che non hanno esitato a schierarsi a fianco del coordinatore nazionale  dell’Anci.

 A tutti loro si è aggiunto anche un folto gruppo di  sindaci del Vibonese che hanno già vissuto sulla loro pelle gli effetti di una legge spesso e volentieri oggetto di contestazione, ma che continua a restare in vigore nell’indifferenza quasi generale. Sindaci che ancora oggi faticano a metabolizzare un provvedimento che lo stesso Consiglio di Stato, in più sentenze, s’è spinto a definire “non sanzionatorio, ma preventivo”. 

Non a caso,  assieme ad altri 177 primi cittadini di tutta Italia sciolti per mafia, hanno dato vita all’associazione “Giù le mani dai sindaci”, con sede in Roma. Della stessa fanno parte, per il Vibonese, tra gli altri,  Nicola Brosio (San Calogero), Giuseppe Rodolico (Tropea), Rosamaria Rullo (Mongiana), Pasquale Farfaglia (San Gregorio d’Ippona), Vincenzo Bartone (Soriano), Vincenzo Varone (Mileto), Pino Morello (Limbadi) e Salvatore Reggio (Nicotera). L’obiettivo fondante è quello <di promuovere la rimodulazione della normativa sullo scioglimento delle amministrazioni locali per presunte infiltrazioni mafiose, attualmente disciplinato negli articoli dal 143 a 146 del decreto legislativo n. 267/2000, al fine di ricondurre la normativa nell’alveo dei fondamentali principi costituzionali>.

L’associazione, presieduta dall’ex sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, non ha esitato a manifestare solidarietà al sindaco Decaro e, nello stesso tempo, a sottolineare, in una nota, come sia <urgente rivedere la legge sullo scioglimento dei consigli comunali> in quanto trattasi di una disposizione che, nella sua stesura attuale, non solo  <crea un clima di sfiducia e incertezza che coinvolge anche la parte sana della politica, quella che dovrebbe impegnarsi per il bene comune>, ma genera anche forti perplessità perché <la possibilità di sciogliere un Comune basandosi su sospetti, denunce o persino pressioni politiche da parte delle forze di opposizione, senza garantire un adeguato processo di difesa, mette in discussione i fondamenti stessi della democrazia>.

  Ad avviso dei 177 ex sindaci <è urgente trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti individuali, la certezza del diritto e la promozione di valori come trasparenza, equità e rispetto dei diritti fondamentali, soprattutto nelle realtà complesse del Sud Italia>. 

“Giù le mani dai Sindaci” ritiene non più tollerabile <l’abuso arbitrario di una normativa che consente lo scioglimento di un Comune su basi così fragili e inconsistenti, se non addirittura inesistenti>. Sottolinea, altresì, i rischi per la democrazia e i danni soprattutto per il Mezzogiorno, nonché il non trascurabile fatto che la legge in vigore <potrebbe scoraggiare chiunque voglia candidarsi per un incarico amministrativo> stante il concreto rischio di mettere  a repentaglio posto di lavoro e reputazione.

Tutte preoccupazioni che, attualmente, in provincia di Vibo, stanno vivendo gli amministratori dei Comuni di Soriano, Acquaro e Capistrano già gestiti da commissioni straordinarie, nonché quelli dell’Azienda sanitaria e dei Comuni di Stefanaconi, Nicotera, Tropea, Mileto e Filadelfia dove sono a lavoro le commissioni d’accesso.  Sono di certo in fibrillazione le amministrazioni dei Comuni di Stefanaconi, Nicotera e Tropea dove il lavoro di verifica degli ispettori prefettizi dovrebbe concludersi entro il prossimo 10 aprile. Avvicinandosi, però, la data di convocazione dei comizi elettorali (25 aprile 2024)   in vista delle elezioni amministrative dell’8 e del 9 giugno prossimi,  non è da escludere l’ipotesi che, almeno per quanto riguarda Nicotera e Tropea – Stefanaconi non va al voto –  le relazioni finali possano  già essere sul tavolo del ministro dell’Interno.

Se Piantedosi dovesse decidere per lo scioglimento, è chiaro che tanto Nicotera che  Tropea verrebbero tagliate fuori dalla tornata elettorale. Se le decisioni del ministro dell’Interno dovessero, invece, arrivare a campagna elettorale iniziata, gli elettori, qualora fossero presentate liste, correrebbero il rischio di   affrontare una competizione senza tante prospettive. Potrebbe, infatti, verificarsi il caso che il neoeletto sindaco e l’intero consiglio comunale, in presenza di un provvedimento di scioglimento degli enti interessati, vengano mandati a casa senza avere nessuna responsabilità.  Ipotesi questa che interessa anche il Comune di Mileto.      

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