I “Vattienti”, un rito cruento per “espiare” i peccati

Si rinnova a Nocera Terinese e Verbicaro l'antica pratica di autoflagellazione che suggestiona ancora oggi le comunità e i visitatori provenienti da ogni parte della Calabria

Cruento come qualsiasi avvenimento che è macchiato di sangue. Il rito dei “Vattienti” si rinnova ogni anno in due comuni calabresi, Nocera Terinese e Verbicaro, nella notte del giovedì e venerdì Santo. Si tratta di una pratica antica di auto-flagellazione. I flagellanti sono penitenti che si aggirano per le vie del paese scalzi e insanguinati come spiriti vaganti. Durante la processione si percuotono le gambe nude, nella parte superiore della coscia, con un tappo di sughero con dei vetri, provocando piccole ferite e la fuoriuscita di sangue. Il senso è la volontà di aderire alle sofferenze del Cristo. Retaggio di epoche lontane, questo rito privato espresso in pubblico non rientra nel programma ufficiale della Chiesa. È un rito popolare legato a sentimenti antichi che trova fondamento in un motivo di devozione per cui si decide di flagellare la propria carne producendo più sangue possibile da offrire alla terra e a Dio al fine di purificare la propria anima. Per i Vattienti di oggi il significato è quello di sentirsi vicini e uniti spiritualmente alle sofferenze che precedettero la crocifissione di Cristo: un momento vissuto con grande intensità e coinvolgimento emotivo nonché come fattore identitario molto forte da tramandare con convinzione.

La tradizione storica
Le origini vengono fatte risalire all’autoflagellazione che si infliggevano i monaci medievali sperando nel paradiso. Secondo altre fonti storiche già in epoca pre-cristiana nell’Asia minore si svolgevano simili riti in onere del Dio Attis.
A Nocera Terinese, comune del Tirreno lametino, nei giorni scorsi la Pro loco Ligea ha promosso un incontro per spiegare attraverso le parole di esperti di settore, testimonianze e documenti storici, l’evoluzione dei Vattienti. “Sono cambiati gli abiti, il modo di battersi – ha spiegato l’antropologo Franco Ferlaino -. Persino le ferite sono migliorate perché c’è stata una particolare attenzione alla realizzazione degli strumenti servita anche a uniformare l’immagine del sangue che scorre sulle gambe”.

I paletti del sindaco
Questa tradizione popolare della Settimana Santa, che richiama l’attenzione di numerosi spettatori, è entrata da qualche anno in una fase di regolamentazione istituzionale del suo svolgimento per le vie del paese.
Con un’ordinanza dalla commissione straordinaria che gestiva il Comune lo scorso anno era stato disposto un divieto della pratica di autoflagellazione con l’obiettivo di evitare “l’indiscriminata e incontrollata pratica”. Successivamente il provvedimento venne integrato con una nuova ordinanza commissariale che, accogliendo una petizione tesa al ripristino del rito per consentire ai noceresi di riappropriarsi di un rito identitario della comunità, favorendo così la “coesione sociale”, disponeva per i flagellanti precise prescrizioni a tutela della pubblica salute.
Lo svolgimento del rito era soggetto a modalità regolamentate e rispettose delle esigenze primarie d’igiene e salubrità dell’ambiente. Modalità ben descritte nell’ordinanza firmata dal sindaco, Saverio Russo e a cui i “Vattienti” dovranno attenersi scrupolosamente, se non vorranno andare incontro a sanzioni.
Nel documento si stabilisce che il percorso dei flagellanti dovrà evitare luoghi pubblici, quali scuole, esercizi, sedi municipali, la stazione dei carabinieri e altri analoghi. Il numero massimo consentito di flagellanti, in contemporanea e per singola processione, non dovrà superare le venti unità. Ciascuna delle quali nel corso dell’autoflagellazione dovrà usare strumenti strettamente personali, opportunamente igienizzati prima e dopo, mantenendo una distanza minima di almeno cinque metri da ogni altro praticante. Non sarà consentito che chi è affetto da patologie infettive/contagiose, trasmissibili attraverso il fluido plasmatico, partecipi al rito. Imposto un divieto: “non saranno ammessi imbrattamenti con sangue e altri fluidi corporei di pareti, portoni di edifici pubblici”. La Pro Loco Ligea si occuperà di predisporre la tempestiva pulizia e disinfezione dei tratti viari toccati dai flagellanti.
Il rito nocerese di sangue – che torna con le dovute precauzioni per scongiurare possibili rischi igienico-sanitari dopo l’interruzione dovuta all’emergenza Covid – è atteso per la serata di oggi, venerdì 29 marzo e per il giorno seguente, sabato 30.

I paletti del sindaco
Questa tradizione popolare della Settimana Santa, che richiama l’attenzione di numerosi spettatori, è entrata da qualche anno in una fase di regolamentazione istituzionale del suo svolgimento per le vie del paese.
Con un’ordinanza dalla commissione straordinaria che gestiva il Comune lo scorso anno era stato disposto un divieto della pratica di autoflagellazione con l’obiettivo di evitare “l’indiscriminata e incontrollata pratica”. Successivamente il provvedimento venne integrato con una nuova ordinanza commissariale che, accogliendo una petizione tesa al ripristino del rito per consentire ai noceresi di riappropriarsi di un rito identitario della comunità, favorendo così la “coesione sociale”, disponeva per i flagellanti precise prescrizioni a tutela della pubblica salute.
Lo svolgimento del rito era soggetto a modalità regolamentate e rispettose delle esigenze primarie d’igiene e salubrità dell’ambiente. Modalità ben descritte nell’ordinanza firmata dal sindaco, Saverio Russo e a cui i “Vattienti” dovranno attenersi scrupolosamente, se non vorranno andare incontro a sanzioni.
Nel documento si stabilisce che il percorso dei flagellanti dovrà evitare luoghi pubblici, quali scuole, esercizi, sedi municipali, la stazione dei carabinieri e altri analoghi. Il numero massimo consentito di flagellanti, in contemporanea e per singola processione, non dovrà superare le venti unità. Ciascuna delle quali nel corso dell’autoflagellazione dovrà usare strumenti strettamente personali, opportunamente igienizzati prima e dopo, mantenendo una distanza minima di almeno cinque metri da ogni altro praticante. Non sarà consentito che chi è affetto da patologie infettive/contagiose, trasmissibili attraverso il fluido plasmatico, partecipi al rito. Imposto un divieto: “non saranno ammessi imbrattamenti con sangue e altri fluidi corporei di pareti, portoni di edifici pubblici”. La Pro Loco Ligea si occuperà di predisporre la tempestiva pulizia e disinfezione dei tratti viari toccati dai flagellanti.
Il rito nocerese di sangue – che torna con le dovute precauzioni per scongiurare possibili rischi igienico-sanitari dopo l’interruzione dovuta all’emergenza Covid – è atteso per la serata di oggi, venerdì 29 marzo e per il giorno seguente, sabato 30.

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