“Il mare che verrà”: a Lamezia confronto pubblico per un futuro sostenibile del Golfo di Sant’Eufemia

Una serata di dibattito e impegno con amministratori, esperti e cittadini per affrontare la crisi ambientale e la depurazione delle acque

Un momento di confronto partecipato, con amministratori, esperti, cittadini e rappresentanti delle istituzioni, per affrontare in modo costruttivo e corale il tema della tutela ambientale e della depurazione nel Golfo di Sant’Eufemia. È il cuore dell’iniziativa che si è svolta ieri sera sul lungomare Falcone Borsellino in località Marinella a Lamezia Terme, l’iniziativa pubblica dal titolo “Il mare che verrà – Riflessioni sul futuro del nostro mare”, promossa dal Partito Democratico cittadino.

Il senso dell’iniziativa

Il senso dell’iniziativa

A introdurre la serata è stato il segretario del Pd lametino, Vittorio Paola, che ha rimarcato con forza il senso politico dell’iniziativa: “Il mare è un bene comune, non ha confini: non possiamo continuare a frammentarlo in ‘mare di Gizzeria’, ‘di Curinga’ o ‘di Sant’Eufemia’. È un ecosistema unico, e ogni estate la cattiva qualità delle acque comporta danni economici, ambientali e sociali enormi. Le analisi esistono, le mappature pure: è tempo di agire. Dalla Regione ci aspettiamo programmazione, controllo e interventi. Ma serve anche un cambiamento culturale: il mare da solo non si inquina. È responsabilità di tutti”.

Fallimento delle istituzioni

Ha poi portato il suo contributo Anna Rosa, referente del comitato Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia: “Quando un cittadino guarda il mare sporco, vede il fallimento delle istituzioni. La nostra raccolta firme ha superato 2.400 adesioni in pochi giorni, a dimostrazione che la misura è colma. Non bastano blitz estivi o rassicurazioni di facciata. Il mare è salute, economia e dignità: chi si candida a governare questa regione lo dica chiaramente se intende tutelarlo o no. Noi non ci fermeremo, non per interesse personale ma per giustizia collettiva”.

Panoramica allarmante

Il biologo marino Silvio Greco, vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha offerto una panoramica rigorosa e allarmante della situazione ambientale: “Il Mediterraneo è malato, la salinità e la temperatura delle acque sono anomale, e in Calabria registriamo fenomeni inediti. La plastica sui fondali, le speci aliene, gli sversamenti: tutto questo è figlio dell’assenza di controllo e di una programmazione inefficace. Ma servono anche dati certi: oggi gran parte delle analisi viene fatta da privati. L’Italia non investe in campagne oceanografiche. È una follia”.

Ritardi e soluzioni

Ha portato la sua testimonianza anche Ernesto Alecci, consigliere regionale e già sindaco di Soverato: “La mia amministrazione ha ottenuto la Bandiera Blu grazie a un lavoro puntuale su scarichi, controlli, mobilità sostenibile. Ma serve il sostegno della Regione: i sindaci non possono affrontare tutto da soli, soprattutto se i depuratori sono vecchi e le risorse scarse. In Consiglio abbiamo denunciato ritardi e proposto soluzioni, come il GPS sugli autospurghi. Ma troppe volte abbiamo visto fondi per la depurazione spostati su altre voci. È ora di dire basta”.

Ampia e articolata la conclusione affidata alla consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, che ha rilanciato con fermezza l’urgenza di una nuova fase politica e amministrativa: “Abbiamo immaginato questa iniziativa settimane fa, e abbiamo scelto di mantenerla anche dopo le dimissioni del presidente della Regione. Perché la salute del mare non può essere trattata a intermittenza, ma con coerenza e continuità. Oggi siamo qui non solo per condividere rabbia e indignazione, ma per assumere un impegno chiaro, per l’oggi e per il futuro”.

Assenza di visione

Bruni ha puntato il dito contro l’assenza di visione nei piani di depurazione: “Sono stati spesi milioni di euro, spesso senza una strategia. Ancora oggi troppi insediamenti non sono collettati alla rete fognaria, l’entroterra e la costa vivono come mondi separati. Ma non lo sono: fanno parte di un unico sistema ambientale. In particolare, qui a Lamezia, chiediamo chiarezza sugli interventi dell’Arsai, che gestisce l’area industriale. Vogliamo risposte sui progetti, sui fondi, sulle bonifiche: non possiamo più permetterci immobilismo”. Infine, la consigliera ha avanzato una proposta concreta: “Ogni tre mesi dobbiamo fare il punto. Pubblicamente. Con chi ci sta. Non per sventolare bandiere politiche, ma per costruire soluzioni. Il mare è parte della nostra identità e della nostra economia, e con esso dobbiamo risanare anche la nostra credibilità come classe dirigente”.

All’evento hanno partecipato anche l’assessore all’ambiente di Lamezia Terme Antonietta D’Amico, l’assessore alla cultura Annalisa Spinelli, i consiglieri comunali del Pd Lidia Vescio e Fabrizio Muraca, il sindaco di Soveria Mannelli Michele Chiodo, Italo Reale e Giuseppe Iemme, operatore culturale di Curinga e attivo nell’associazione “Costa Nostra”, che si occupa di promozione sociale e difesa del territorio.

L’evento si è concluso con uno spazio aperto agli interventi del pubblico, tra testimonianze, proposte e riflessioni condivise.

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