Il messaggio di Marisa Manzini ai ragazzi: studio e legalità ci aiutano a essere liberi

Consegnato il premio legalità al magistrato che per anni è stata impegnata nella lotta alle potenti cosche del Vibonese

Parole dirette, schiette. Perché quando si parla ai ragazzi è necessario essere chiari, altrimenti il rischio è sempre quello di non essere credibili. Così ha fatto Marisa Manzini, per anni magistrato di prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare alle potenti cosche del Vibonese. Oggi è tra i magistrati più esperti alla Procura generale di Catanzaro. La cornice dell’incontro è stata quella dell’Istituto professionale Alberghiero di Botricello che, in collaborazione con il Lions Club di Botricello-Cropani-Sellia Marina-Medio Jonio, ha organizzato la presentazione del libro “Semi di legalità – dodici stelle contro le mafie” di Enzo Bubbo.  Un’occasione anche per ricordare il magistrato Emilio Ledonne e consegnare a Marisa Manzini da parte del Lions Club il premio legalità; riconoscimento a una donna che ha fatto della professione e della lotta alla ‘ndrangheta la sua ragione di vita.

L’incontro, moderato dal giornalista Luigi Stanizzi è stato anche un’occasione per il magistrato, che ha sempre sostenuto che è necessario fare germogliare tra i giovani la cultura della legalità, per ribadire che <è necessario credere nello Stato che è qui anche oggi. E’ presente anche in quest’aula dell’Istituto, e non è un’entità astratta e lontana. Lo Stato è presente qui perché in quest’aula sono presenti le istituzioni, un magistrato, il sindaco, i professori, il sacerdote, i rappresentanti delle forze dell’ordine, i giornalisti e non per ultimo voi ragazzi che rappresentate i cittadini. E in quanto cittadini, dovete diventare consapevoli attraverso lo studio, alimentando le passioni che allontanano dai disvalori della criminalità>.

L’incontro, moderato dal giornalista Luigi Stanizzi è stato anche un’occasione per il magistrato, che ha sempre sostenuto che è necessario fare germogliare tra i giovani la cultura della legalità, per ribadire che <è necessario credere nello Stato che è qui anche oggi. E’ presente anche in quest’aula dell’Istituto, e non è un’entità astratta e lontana. Lo Stato è presente qui perché in quest’aula sono presenti le istituzioni, un magistrato, il sindaco, i professori, il sacerdote, i rappresentanti delle forze dell’ordine, i giornalisti e non per ultimo voi ragazzi che rappresentate i cittadini. E in quanto cittadini, dovete diventare consapevoli attraverso lo studio, alimentando le passioni che allontanano dai disvalori della criminalità>.

Marisa Manzini ha quindi esortato i giovani allo studio, <perché studio e legalità rendono liberi. Vivere nell’ignoranza ci rende vittime  della criminalità, quindi non lasciatevi sedurre dai miti effimeri dei social ma a rendersi conto che la vita reale è fatta di altro, di persone che lavorano che si sacrificano anche per gli altri per un mondo migliore>.

Nel dibattito sono intervenuti anche il sindaco di Botricello, Simone Puccio e il vice presidente del Lions Club Pietro Zungrone. Sala dell’Istituto Professionale gremita da studenti e dalle massime autorità, fra cui il coltissimo parroco Don Rosario Morrone e il comandante della stazione carabinieri di Botricello, maresciallo Davide Lombardo. Stanizzi, dopo avere introdotto il tema ha dato la parola alla padrona di casa, la dirigente Giovanna Moscato, la quale ha detto ai ragazzi che <l’importanza di eventi come questo sono destinati a lasciare un segno nelle coscienze, ad accendere una fiammella che porti a riflettere su ciò che è bene e ciò che è male, con la speranza, anzi la certezza, che l’esempio di persone come la dott.ssa Manzini e degli altri protagonisti del libro, induca a capire che nella vita per cambiare è necessario studiare ed essere appassionati, perché la passione verso il bene allontana dal crimine>.

Enzo Bubbo, autore del libro, ha esortato  gli studenti <a non lasciarsi irretire dalle mafie perché sono un disastro: minano la convivenza civile e  annullano ogni valore positivo>. Sul giudice Emilio Ledonne il professore di lettere di Petronà  ha speso parole di riconoscenza: <Se Semi di Legalità è stato pubblicato, lo devo al Procuratore nazionale antimafia aggiunto anche  Procuratore generale di Bologna, un preparato e umile  servitore dello Stato. Ho conosciuto Emilio Ledonne a Cropani borgo grazie a Luigi Stanizzi che ha organizzato il premio Mar Jonio, e dal 2003 mi sono  impegnato, insieme ai colleghi docenti, ai Comuni e associazioni,  a fare legalità nelle scuole perché grazie al magistrato Ledonne ho capito che la densità mafiosa in Calabria è molto alta, e la lotta alla criminalità organizzata non può essere delegata solo alle forze dell’ordine.  Una chiamata, un’ispirazione, un’ora di lezione come direbbe Massimo Recalcati. Semi di legalità è quindi  la sintesi di quanto realizzato in venti anni di impegno antimafia>.

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