Dopo Nicotera, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non scioglie neppure Mileto. La notizia positiva arriva di primo mattino e nella sede municipale si possono stappare le prime bottiglie per brindare allo scampato pericolo. Esulta il sindaco Salvatore Fortunato, esultano i cittadini che hanno sempre creduto nella correttezza della gestione del bene pubblico portata avanti dall’amministrazione in carica. Probabilmente, non mancano linee di delusione in quanti magari speravano in un azzeramento del Consiglio. Ora il primo cittadino e la sua squadra possono guardare avanti con fiducia e tornare a lavorare senza la spada di Damocle sulla testa. C’è, naturalmente, la curiosità di sapere quali motivazioni Piantedosi abbia posto a base del suo decreto di non scioglimento.
Pare, comunque, che la decisione ministeriale comporti determinate condizioni che l’amministrazione dovrà rispettare nel prosieguo della sua attività. La commissione d’accesso aveva bussato alla porta del sindaco la mattina dello scorso 11 dicembre per poi concludere il suo capillare lavoro di verifica sei mesi dopo. Ad accendere i riflettori sulla sede comunale miletese sarebbero stati i risultati dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” condotta dalla Dda di Catanzaro che avrebbe passato al setaccio non solo e non tanto l’operato dell’amministrazione in carica, ma anche quello delle precedenti amministrazioni. Un lavoro investigativo che ha portato alla luce atteggiamenti non ortodossi di più consiglieri del passato ritenuti sensibili alle richieste della criminalità organizzata. E, giustamente, per gli errori del passato non poteva pagare l’amministrazione in carica.
Pare, comunque, che la decisione ministeriale comporti determinate condizioni che l’amministrazione dovrà rispettare nel prosieguo della sua attività. La commissione d’accesso aveva bussato alla porta del sindaco la mattina dello scorso 11 dicembre per poi concludere il suo capillare lavoro di verifica sei mesi dopo. Ad accendere i riflettori sulla sede comunale miletese sarebbero stati i risultati dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” condotta dalla Dda di Catanzaro che avrebbe passato al setaccio non solo e non tanto l’operato dell’amministrazione in carica, ma anche quello delle precedenti amministrazioni. Un lavoro investigativo che ha portato alla luce atteggiamenti non ortodossi di più consiglieri del passato ritenuti sensibili alle richieste della criminalità organizzata. E, giustamente, per gli errori del passato non poteva pagare l’amministrazione in carica.