Il piatto dei “Jerjani” sbarca a Torino, tradizione calabrese e solidarietà in tavola

Lo chef Claudio Lochiatto, con la Pro Loco di Acquaro, ha creato un piatto che unisce maccheroni, ‘nduja, polpette e pecorino, devolvendo parte del ricavato all’Ugi, associazione contro i tumori pediatrici

Supera i confini comunali e diventa culinario-solidale la leggenda dei “Jerjani” di “Malamotta”, grazie a un progetto artistico – storico – culturale itinerante ideato dalla Pro Loco guidata da Giuseppe Esposito, che ha recuperato un antico mito, terrore dei bimbi di altri tempi, rendendolo nuovamente identitario, portandolo in giro per la Calabria e, poi, facendolo approdare a Torino.

È qui che Claudio Lochiatto, chef originario del piccolo centro delle Serre, gestisce il ristorante “L’Uliveto”, nel quale, con il contributo della moglie e dei collaboratori, sono nati i “Maccarruna d’i “Jerjani”, un piatto dagli ingredienti forti e genuinamente “rudi”: maccheroni, sugo, polpette, “‘nduja” e pecorino. Un piatto dai sapori intensi. Che chi conosce sa. Un piatto, soprattutto, altamente solidale. Attraverso la collaborazione con “Ugi” (Unione genitori italiani contro il tumore sui bambini), infatti, “L’Uliveto” di Torino ha stabilito che fino al prossimo settembre parte del prezzo pagato dai clienti per il delizioso piatto (6 euro su sedici) andrà all’associazione, per le iniziative contro un maledetto male che affligge anche i pargoli (altro che “Jerjani”)!. Solidale, lodevole, artistico, identitario e “paurosamente” coinvolgente, il progetto della Pro Loco di Acquaro.

È qui che Claudio Lochiatto, chef originario del piccolo centro delle Serre, gestisce il ristorante “L’Uliveto”, nel quale, con il contributo della moglie e dei collaboratori, sono nati i “Maccarruna d’i “Jerjani”, un piatto dagli ingredienti forti e genuinamente “rudi”: maccheroni, sugo, polpette, “‘nduja” e pecorino. Un piatto dai sapori intensi. Che chi conosce sa. Un piatto, soprattutto, altamente solidale. Attraverso la collaborazione con “Ugi” (Unione genitori italiani contro il tumore sui bambini), infatti, “L’Uliveto” di Torino ha stabilito che fino al prossimo settembre parte del prezzo pagato dai clienti per il delizioso piatto (6 euro su sedici) andrà all’associazione, per le iniziative contro un maledetto male che affligge anche i pargoli (altro che “Jerjani”)!. Solidale, lodevole, artistico, identitario e “paurosamente” coinvolgente, il progetto della Pro Loco di Acquaro.

I “Jerjani”

Nel dettaglio, chi erano i “Jerjani”? Uno spauracchio per i bambini discoli, esseri a metà tra il “brigante”, l’”uomo cattivo” e il “lupo nero” che, vestiti di pellicce o pelli di animali, di notte scendevano dalla collina di “Malamotta” con lo spiedo ardente a punire i bimbi discoli, con la minaccia di conficcare quello “spidu” nel posto dove meno prende il sole. Sadico ma efficace! Erano esseri dimenticati dai bimbi moderni. La Pro Loco, con Giuseppe Esposito, li ha riproposti. Ha creato il progetto e affidato ad artisti calabresi il compito di svelarne il volto, con una partecipata mostra pittorica che li ha rappresentati nel più vario dei modi e ha fatto il giro della Calabria, determinando curiosità e interesse generali. Restava da capire cosa mangiassero i “Jerjani”, esseri così genuinamente “rudi” ma affamati.

A questo hanno pensato Lochiatto e lo staff dell’”Uliveto”, con il saporito piatto citato. Ma, siccome i “Jerjani”, nel tempo si sono resi più buoni, era il caso che facessero pure solidarietà. Gesto reso possibile grazie all’”Ugi”. Alla Pro Loco targata Esposito. All’”Uliveto” di Torino. E ai “Jerjani”, che, nel bene e nel male, fanno ancora parlare di loro.

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