Il piccolo Francesco aggrappato alla vita, giudicato decisivo l’intervento dei medici di Vibo

Dopo l’operazione allo Jazzolino e il trasferimento al Bambino Gesù di Roma, cresce la speranza grazie al lavoro straordinario dell’équipe guidata dal dottor Franco Zappia

Sono passati tre giorni dal trasferimento del piccolo Francesco, il bimbo di neanche quattro anni schiacciato venerdì scorso da una trave all’interno del parco urbano di Moderata Durant a Vibo Valentia. Dopo il delicatissimo primo intervento chirurgico eseguito d’urgenza all’ospedale Jazzolino dall’équipe guidata dal dottor Francesco Zappia, primario di Chirurgia, Francesco si trova ora ricoverato nella rianimazione pediatrica del Bambino Gesù di Roma, dove sta affrontando la battaglia più difficile della sua vita.

Intervento determinante

Intervento determinante

Un passaggio vitale, quello compiuto all’ospedale vibonese, che ha permesso al piccolo di arrivare in condizioni stabili al centro pediatrico romano. Lo ha confermato – secondo quanto riferisce Rosaria Marrella, in un  articolo a sua firma su Gazzetta del Sud –  lo stesso Corrado Cecchetti, responsabile dell’“Area rossa” del Bambino Gesù, che non ha esitato a definire “determinante” il lavoro svolto dall’équipe vibonese.

La testimonianza del vescovo

A testimoniare l’importanza e la qualità dell’intervento, anche le parole del vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Attilio Nostro, che sabato si è recato di persona al Bambino Gesù, dove Francesco era stato trasferito a bordo di un aereo militare. “Mi ha telefonato il primario – ha raccontato il presule – e senza giri di parole mi ha detto che l’operato del dottor Zappia è stato decisivo: senza lo straordinario intervento dei medici di Vibo, Francesco non avrebbe avuto scampo. Il dottor Cecchetti mi ha pregato di dire ai colleghi dello Jazzolino che hanno eseguito un intervento splendido, di primaria importanza, che ha consentito la successiva operazione a Roma”.

Parole che restituiscono il valore professionale e umano di quei medici che, nelle ore più drammatiche, hanno reso possibile ciò che appariva impossibile: tenere in vita Francesco e aprire una speranza per il futuro. Oggi quella speranza si coltiva nella sala di rianimazione del Bambino Gesù, dove ogni giorno che passa aumenta la fiducia che il piccolo possa superare questa durissima prova. Una battaglia che non riguarda solo Francesco e la sua famiglia, ma un’intera comunità che segue col fiato sospeso, tra preghiere, attesa e commozione, i progressi di un bambino che tutti sentono come “figlio di Vibo”.

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