Inchiesta Ostro, chiesti 57 rinvii a giudizio per il clan Gallace di Guardavalle

La Dda di Catanzaro contesta reati che vanno dall’associazione mafiosa al traffico di armi e stupefacenti, passando per estorsioni e minacce

La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 57 persone implicate nell’inchiesta Ostro, contro la pervasività della cosca Gallace di Guardavalle. A vario titolo vengono contestati i reati di associazione di stampo mafioso, concorso esterno, voto di scambio politico-mafioso, minacce, estorsione, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti.

La Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 57 persone implicate nell’inchiesta Ostro, contro la pervasività della cosca Gallace di Guardavalle. A vario titolo vengono contestati i reati di associazione di stampo mafioso, concorso esterno, voto di scambio politico-mafioso, minacce, estorsione, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti.

Secondo l’accusa la cosca era dotata di molte armi, tanto da importare anche fucili da guerra da Serbia e Montenegro, e capace di esercitare un controllo capillare e asfissiante sul territorio del Basso Jonio catanzarese. In particolare, il gruppo legato ad Antonio Paparo avrebbe condizionato le elezioni amministrative di Badolato nell’ottobre 2021.

Accordo illecito

Un accordo illecito tra Paparo, il sindaco Nicola Parretta e il vicesindaco Ernesto Maria Menniti, secondo l’accusa, avrebbe consentito a Parretta di vincere le elezioni permettendo a Paparo di inserirsi nelle attività dell’ente grazie anche alla nomina del figlio Maicol a presidente del Consiglio comunale. Parti offese sono state dichiarate lo Stato, il Comune di Badolato e sei persone fisiche. Il gip Gilda Danila Romano ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo nove gennaio. (Ansa)

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