Jazzolino da rifare, il piano tra difficoltà insormontabili e la politica che tace

I reparti entro pochi mesi dovranno essere trasferiti altrove per interventi strutturali e di messa in sicurezza. Il tutto mentre i lavori del nuovo nosocomio sono iniziati da mesi

La decisione di trasferire alcuni reparti di un ospedale ritenuto non sicuro e strutturalmente fatiscente (non certo da oggi) solleva dubbi e preoccupazioni tra i medici e il personale sanitario. Mentre il territorio e la politica in genere tardano a metabolizzare che il problema in un modo o nell’altro dovrà essere affrontato.

L’iniziativa, motivata dalla necessità di avviare lavori di messa in sicurezza della struttura, comporterà lo spostamento temporaneo di diversi servizi e reparti dello Jazzolino di Vibo Valentia verso altre sedi che a loro volta (in questo momento) non sono idonei a garantire la continuità delle cure se non dopo accurati interventi di adeguamento. E anche in questo caso sarà necessario prioritariamente effettuare una rigida ricognizione sia per quanto concerne i locali che per le apparecchiature medicali. In questo caso l’ospedale maggiormente indiziato per accogliere parte del claudicante Jazzolino sarà sicuramente quello di Tropea.

L’iniziativa, motivata dalla necessità di avviare lavori di messa in sicurezza della struttura, comporterà lo spostamento temporaneo di diversi servizi e reparti dello Jazzolino di Vibo Valentia verso altre sedi che a loro volta (in questo momento) non sono idonei a garantire la continuità delle cure se non dopo accurati interventi di adeguamento. E anche in questo caso sarà necessario prioritariamente effettuare una rigida ricognizione sia per quanto concerne i locali che per le apparecchiature medicali. In questo caso l’ospedale maggiormente indiziato per accogliere parte del claudicante Jazzolino sarà sicuramente quello di Tropea.

Contesto difficile

L’ospedale di Vibo Valentia, la cui fatiscenza in passato ha rappresentato anche l’elemento scatenante di situazioni drammatiche (nessuno può dimenticare che la morte di Federica Monteleone è avvenuta per un black-out elettrico in sala operatoria scattato mentre al piano superiore erano in atto lavori di ristrutturazione), è da tempo al centro di segnalazioni e valutazioni tecniche che ne hanno evidenziato le criticità strutturali. Le perizie hanno sottolineato il rischio per la sicurezza di pazienti, operatori sanitari e visitatori, imponendo un intervento urgente per evitare situazioni potenzialmente pericolose.

Interventi radicali

Nessuno in passato aveva mai immaginato un intervento così radicale causa mancanza di fondi. Ma grazie al Pnrr oggi sul tavolo ci sono 25 milioni di euro pronti per essere spesi, in caso contrario potrebbero tornare al mittente. Si tratterà di “ingabbiare” il vecchio Jazzolino e mettere in atto lavori poderosi per renderlo antisismico e naturalmente più confortevole. Ma tutto questo comporta non pochi disagi, alcuni rappresentati da ostacoli apparentemente insormontabili. Perché se da una parte c’è la necessità di avere una struttura sicura, dall’altra è altrettanto imprescindibile poter continuare a garantire cure e assistenza a un territorio che già paga un prezzo altissimo in termini di assistenza.

Interrogativi senza risposta

Il personale medico è stato già informato in una riunione ma l’argomento, affrontato anche nell’ultima conferenza dei sindaci, non è stato colto in tutta la sua complessità. La politica continua a girare alla larga, il management dell’Asp per adesso non si è espresso in maniera chiara. Come se nessuno si sente nelle condizioni di giocare a carte scoperte. I tecnici dell’Asp ragionano da tecnici: la struttura non è antisismica e quindi è necessario intervenire! Come? Quando? Con quali modalità? Sarà necessario chiudere? Dove trasferire i reparti? Come continuare a prestare cure e assistenza? Come fronteggiare le emergenze? Come gestire eventuali situazioni improvvise?

Le preoccupazioni

I medici sono stati i primi a esprimere tutte le loro preoccupazioni. Ma per adesso non hanno avuto alcuna risposta. Chi governa la sanità tace sia a Vibo Valentia che alla struttura commissariale di Catanzaro. “La sicurezza è certamente una priorità – dichiara un rappresentante del personale sanitario – ma spostare reparti interi senza un piano logistico ben definito rischia di creare disagi significativi. Non sarà semplice garantire le stesse condizioni di cura e assistenza a chi ne ha bisogno”.

Il trasferimento di alcuni reparti implica che anche il blocco operatorio e la rianimazione debbano traslocare. Insomma un’operazione complessa di fronte alla quale dentro lo Jazzolino, tra i sanitari, comincia a circolare una voce unica: “Stringiamo i denti ancora per un anno due e poi dateci il nuovo ospedale. Utilizzate i 25 milioni per ristruttura lo Jazzolino per accelerare i lavori…”. Ipotesi che per il momento nessuno ha preso in considerazione perché la politica che conta da decenni ormai lavora per portare acqua al mulino della sanità privata.

© Riproduzione riservata

Ti Potrebbe Interessare

La guardia medica è spesso chiusa e il pronto soccorso più vicino si trova a 45 km di distanza, aggravando la situazione soprattutto per la popolazione anziana
Le città si contendono l’edizione 2026, con Catanzaro, Vibo e Cosenza che avanzano le loro candidature. Ma la soluzione proposta è un Capodanno condiviso tra tutte e tre
La spesa media per ogni famiglia sarà di 290 euro, mentre quella pro capite si aggira attorno ai 125 euro

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Vibo Valentia n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019. Direttore Responsabile: Nicola Lopreiato
Noi di Calabria S.r.L. | P.Iva 03674010792