La città messa a soqquadro dai lavori in corso e, abbruttita dai cantieri fermi, le piazze stravolte, le frazioni con gli interventi avviati e abbandonati. “Spazio Pubblico” entra nel pentolone del malumore cittadino e per fare luce su una situazione alquanto delicata – cittadini disorientati di fronte ai cambiamenti cui stanno assistendo, commercianti esasperati per la mancanza di parcheggi che tengono lontani i clienti, critiche dei tecnici del settore urbanistico che lievitano – dà vita ad un confronto che l’assessore comunale alle Infrastrutture, Salvatore Monteleone, e l’architetto Cesella Gelanzè ,che non ha mai celato il suo dissenso sulla rigenerazione urbana che ha investito centro storico e periferia, giocano col fioretto, mentre Stefania Mangione, titolare di un negozio di ottica in piazza Santa Maria e che che negli ultimi tempi ha visto scemare clienti e incassi, usa la sciabola.
La mannaia delle scadenze
La mannaia delle scadenze
Ne viene fuori un dibattito in cui l’assessore Monteleone deve fare ricorso a tutta la sua esperienza e alla sua moderazione per cercare di non trasbordare dai canoni che il suo ruolo gli impone. Chiaramente, occupando un ruolo chiave da appena sei mesi, s’è trovato subito alle prese con 50 cantieri in cammino e 160 milioni del Pnrr da spendere sotto la mannaia dei termini da rispettare per non perdere i finanziamenti e lasciare la città a gambe per aria. Insomma, progetti definitivi avviati, cantieri aperti, varianti da evitare, proteste dei cittadini a ciclo continuo. Da piazza Santa Maria, a piazza Municipio passando per viale Affaccio, dove i lavori sono fermi, e arrivando a Santa Ruba dove, invece, tutto pare proceda per il meglio, per finire nelle frazioni dove nulla pare vada bene, per l’amministrazione e per l’assessore lievitano i guai. Bisognava non perdere la calma e Monteleone non l’ha persa prima e non la perde ora. Nei suoi misurati interventi cerca di salvare il salvabile, ma traspare la sua insoddisfazione per la patata bollente che si ritrova in mano, senza, alla fine, poter fare tanto per correggere elaborati non sempre idonei a coniugare il patrrimonio storico con i profili di modernità messi in campo dai progettisti.
Le critiche
Ad incalzarlo, in un confronto che il direttore Nicola Lopreiato riesce, con la consueta abilità, a tenere sempre sui livelli di tensione alta, c’è l’architetto Cesella Gelanzè. Le sue critiche sono motivate, pungenti, incisive. Lega, infatti, tutto, alla responsabilità di chi non ha saputo programmare e gestire seminando allarme tra i cittadini mai coinvolti nelle scelte. A suo avviso, per inseguire linee architettoniche moderne s’è trascurato ogni altro aspetto intervenendo anche laddove si poteva tranquillamente fare a meno. Nel testa a testa tra Monteleone e Gelanzè, il direttore Lopreiato ha dato spazio all’operatrice commerciale Stefania Mangione. La sua, probabilmente, è stata la testimonianza più genuina.
Piazza Luigi Razza, un disastro
Via le belle maniere e subito pane al pane, vino al vino. “Piazza Luigi Razza – afferma – era bella, adesso c’è il disastro. Eliminando i parcheggi s’è rovinato tutto e s’è fatto un danno anche al corso principale. Non trovando dove lasciare la macchina, qui la gente non verrà più. Anche se finiscono i lavori, i danni restano. E sarà così per sempre. Il bello è che hanno tolto 98 posti auto e i vigili badano solo a fare multe”. Monteleone replica assicurando che si farà uno studio globale della città per creare nuovi parcheggi e programmare tutto il necessario per migliorare gli aspetti urbanistici e commerciali, ma, a suo avviso, “il centro storico va pedonalizzato”.
Le conclusioni
Insomma, a chiudere, “un ginepraio per l’assessore – sostiene Cesella Gelanzè – ma bisogna andare avanti nella trasparenza e nel rispetto dei cittadini perché la città è la casa di tutti. Io critico gli errori progettuali e i lavori inutili, giudico e non difendo l’indifendibile. Speriamo si possa rimediare anche se i danni dovremo tenerceli”. Sulla trasparenza e sul coinvolgimento dei cittadini arriva la garanzia dell’assessore Monteleone. Non appare per nulla convinta l’ottica Mangione che chiude con la stessa franchezza con cui era entrata in trasmissione. “L’assessore – dice – è troppo buono. Ci sono troppi errori e piazza Luigi Razza è un obbrobrio. Ce l’hanno ammazzata”. Il dibattito dura oltre un’ora e sarebbe potuto andare avanti ad oltranza. Sarebbe cambiato poco. Una cosa è certa: “Spazio Pubblico” ha ridato voce alla gente e ai problemi. I vibonesi hanno trovato il salotto buono dove discutere.