“Qualcuno ha gridato al miracolo e forse proprio di questo si è trattato. Finalmente apprendiamo che i posti letto dell’Osservazione Breve Intensiva dello Jazzolino sono stati messi a disposizione, per sistemare in maniera più dignitosa i pazienti, che fino a qualche giorno fa, sostavano sulle barelle nei corridoi”. A esprimere la soddisfazione e le preoccupazioni in merito alla vicenda sono le avvocate Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo (Osservatorio Civico Città Attiva) e Rocco La Rizza (Comitato San Bruno).
Tempi non maturi
Tempi non maturi
“Abbiamo chiesto tantissime volte la riapertura delle stanze della medicina d’urgenza e dell’Obi, ma probabilmente i tempi non erano ancora maturi. Abbiamo dovuto attendere una serie di circostanze: l’arrivo in contemporanea di sette ambulanze in un giorno festivo, la conseguente pressione mediatica e la visita di una Commissione formata anche da esperti della sanità lombarda. Certo, la notizia che siano proprio dei lombardi a doverci giudicare ci sorprende e non poco, visti gli scandali che hanno interessato la sanità di quella Regione e la gestione fallimentare durante l’emergenza Covid, oltre alla forte spinta verso la sanità privata che si registra in quei territori, di certo non può rappresentare per noi un modello da seguire!”, commentano i rappresentanti dell’Osservatorio Civico Città Attiva e quello del Comitato San Bruno.
Interrogativi
“La notizia della riapertura dell’Obi ci rende felici, ma è ovvio che ci solleva dei dubbi e degli interrogativi. Perché si è atteso così tanto, nonostante l’evidente necessità e le nostre continue richieste? E perché l’apertura è avvenuta proprio quando il personale era pochissimo, vista la mancanza anche di alcuni infermieri ed OSS assunti nel periodo del Covid, che proprio in questi giorni dovrebbero tornare a lavoro?” si chiedono le avvocate dell’Osservatorio Civico e il rappresentante del Comitato San Bruno.
“A questo punto, è legittimo ritenere che i presupposti per aprire quelle stanze ed utilizzare i posti letto ci fossero a maggior ragione anche in passato e che si è scelto inspiegabilmente di mantenere a lungo una condizione di disagio per tutta la provincia di Vibo Valentia. Se così fosse, sarebbe gravissimo. Quindi, poiché ciò che è avvenuto dimostra chiaramente che se c’è la volontà si può fare ogni cosa e si possono risolvere tutti i problemi, chiediamo innanzitutto di conoscere le motivazioni che hanno impedito fino ad oggi di aprire quegli spazi”, dichiarano.
Carenza di posti letto
Inoltre, viene sollevata un’altra questione: “Chiediamo, altresì, che venga affrontata con estrema urgenza la forte carenza di posti letto, ma anche di organico, che è stata in qualche modo tamponata fino ad oggi grazie anche alla presenza dei medici cubani che hanno garantito la copertura dei turni”. La richiesta è chiara: “Si proceda quindi immediatamente a reclutare tutto il personale necessario per garantire un servizio efficiente, procedendo anche all’acquisto della strumentazione che avevamo richiesto un anno fa: dotando il Pronto Soccorso di un ecografo, di nuovi elettrocardiografi, di sfigmomanometri di alta qualità, di apparecchi per la cpap e alti flussi respiratori, nonché di nuove barelle e sedie a rotelle”.
Un altro nodo importante riguarda la sala d’attesa: “Si provveda anche a realizzare, nel più breve tempo possibile, una sala d’attesa dignitosa, visto che attualmente i parenti sono costretti ad attendere al freddo ed al gelo”. Un appello che, se non accolto, “potrebbe lasciare ancora una volta un senso di inadeguatezza per chi ha bisogno di cure”.
I sopralluoghi
Secondo i rappresentanti dell’Osservatorio Civico Città Attiva e quello del Comitato San Bruno, “appaiono decisamente poco realistici i sopralluoghi ‘programmati’, nei quali spesso si rappresenta la situazione ideale e non quella effettiva. Per cui, in conclusione, vogliamo rivolgere una battuta anche alla Commissione straordinaria, dalla quale abbiamo appreso che la nostra situazione è migliore del Niguarda di Milano e degli ospedali della Capitale. Già in passato abbiamo dovuto assistere in Calabria ad affermazioni offensive della nostra intelligenza da parte di commissari calati dall’alto, completamente avulsi dalla realtà ed assolutamente inadeguati al compito loro affidato. Ci auguriamo di non essere anche a Vibo in quella imbarazzante situazione, perché a quel punto speriamo che abbiano quantomeno il coraggio di dimettersi”.
In conclusione, il Comitato San Bruno e l’Osservatorio Civico Città Attiva lanciano un monito alle istituzioni locali, chiedendo azioni concrete e non solo promesse vuote. La salute dei cittadini non può più essere un argomento di discussione politica, ma una priorità assoluta da affrontare con urgenza e responsabilità.