Si è tenuto nella Green Station di Santa Domenica di Ricadi (VV), gestita dal locale circolo di Legambiente, l’incontro dal titolo “Fiumiinforma”, organizzato dall’associazione ambientalista.
Sono intervenuti il presidente del circolo di Legambiente Ricadi Franco Saragò, la presidente regionale di Legambiente Anna Parretta, il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Luca Toti, il Comandante della Capitaneria di Porto Luigi Spalluto, il Comandante del Nucleo di Polizia Ambientale ed Agroalimentare di Vibo Valentia Clizia Lutzu, il Comandante del reparto Carabinieri biodiversità di Mongiana Rocco Pelle ed il dirigente del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Salvatore Siviglia.
Sono intervenuti il presidente del circolo di Legambiente Ricadi Franco Saragò, la presidente regionale di Legambiente Anna Parretta, il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, il Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Luca Toti, il Comandante della Capitaneria di Porto Luigi Spalluto, il Comandante del Nucleo di Polizia Ambientale ed Agroalimentare di Vibo Valentia Clizia Lutzu, il Comandante del reparto Carabinieri biodiversità di Mongiana Rocco Pelle ed il dirigente del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Salvatore Siviglia.
L’attenzione della Procura
Il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo, dopo aver illustrato gli enormi sforzi posti in essere negli ultimi tre anni dalla magistratura e dalle specialità delle forze dell’ordine impegnate nella task force appositamente creata – che interviene praticamente “in tempo reale” ogni volta che si presenta una problematica di tipo ambientale connessa all’inquinamento delle acque – ha evidenziato quanto siano complessi i problemi esistenti, frutto di decenni di trascuratezze e negligenze. Secondo il Procuratore Falvo vi è la necessità di importanti interventi strutturali e, soprattutto, di agire in via preventiva più che repressiva, diffondendo la cultura del rispetto dell’ambiente negli operatori dei vari settori produttivi e nella gente comune, in un’opera di vera e propria alfabetizzazione in materia. Ha inoltre sottolineato come, della salute del mare e dei corsi d’acqua, non ci si debba preoccupare solo nel periodo estivo, trascurandone l’esistenza o, peggio, inquinando nel resto dell’anno.
Dal canto suo, il dirigente del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Salvatore Siviglia, ha evidenziato le attività strutturali svolte negli ultimi anni dalla Regione per la messa in efficienza del sistema di depurazione, del collettamento e contro gli smaltimenti illegali. Diversi gli interventi dei sindaci del territorio, dei rappresentanti delle istituzioni, degli operatori turistici, delle associazioni di categoria tra cui Confindustria e la Federazione degli albergatori, del mondo della scuola con il Dirigente dell’Istituto d’Istruzione superiore di Tropea. Nel corso dell’evento, è stato presentato il dossier elaborato dai circoli di Legambiente della provincia di Vibo Valentia basato su un accurato lavoro di analisi sullo stato dei fiumi.
Scarichi fognari
<Il report non vuole sostituirsi in alcun modo ai campionamenti e alle attività svolte dalle autorità competenti – ha spiegato il presidente di Legambiente Ricadi, Franco Saragò – e parte dalla consapevolezza che la causa prevalente delle criticità del mare è determinata, in misura consistente, dall’apporto di sostanze provenienti dai corsi d’acqua, che originano dall’entroterra per giungere al mare, a causa del malfunzionamento e/o sottodimensionamento di alcuni depuratori, dalla carenza nel collettamento fognario e di scarichi abusivi>.
Una campagna di monitoraggio che si collega idealmente e concretamente con la storica campagna di Legambiente Goletta Verde che da oltre trenta anni solca i mari per documentare e denunciare abusi ed inadempienze e con Goletta dei Laghi. Un’occasione importante per affrontare il grande tema della depurazione, ma anche altre criticità come quella dello sversamento di rifiuti, con la presenza di vere e proprie discariche piccole e grandi lungo i fiumi, in particolare plastiche che, oltre a pregiudicare i corsi d’acqua, la flora e la fauna, finiscono in mare, invadono le spiagge ed inquinano l’ambiente creando problemi gravissimi per gli ecosistemi marini e per la salute umana. Ed ancora taglio indiscriminato di alberi, ostruzioni e sbarramenti artificiali dei corsi d’acqua, abusivismo edilizio che concorrono a creare forti situazioni di rischio, anche sotto il profilo idrogeologico destinati ad aumentare in connessione all’ incremento degli eventi meteorologici estremi effetto della crisi climatica.
Torrenti sott’accusa
Il dossier, illustrato dalla socia del circolo Legambiente Ricadi, Caterina Viscomi,esamina i parametri microbiologici (escherichia coli ed enterococchi intestinali) di alcuni corsi d’acqua attraverso 11 punti di prelievo nei Comuni di Pizzo, Vibo Valentia, Briatico, Zambrone, Parghelia, Joppolo e Nicotera. È importante evidenziare che le criticità riscontrate, in alcuni casi ambientalmente gravi come il caso emblematico di Parghelia, sono riferibili non solo ai Comuni in cui è avvenuto il prelievo ma anche ai Comuni dell’entroterra collocati lungo tutte le aste fluviali di riferimento. I dati più significativi, come superamento dei limiti di legge, riguardano in particolare i prelievi effettuati nei torrenti La Grazia e La Morte, Fosso Bevilacqua, Rivo Zinzolo, Fosso La Badessa. In sostanza il quadro è chiaro, la diagnosi è fatta, ma la terapia tarda sempre ad arrivare.
<Il futuro della regione Calabria e dei suoi abitanti – ha affermato Anna Parretta presidente di Legambiente Calabria- passa dalla tutela, dalla salvaguardia e dalla cura del territorio e del mare. In questo quadro i corsi d’acqua sono ecosistemi complessi ed estremamente importanti la cui tutela deve essere rigorosa a maggior ragione in una fase storica in cui è ancora più preziosa la risorsa acqua. Attraverso i monitoraggi compiuti, che speriamo di replicare in altri territori, abbiamo voluto creare un’occasione di incontro e di confronto per attivare con tutti gli attori coinvolti processi condivisi che portino alla soluzione dei problemi e per incentivare la partecipazione attiva dei cittadini>.
In Calabria, secondo i dati raccolti nelle ultime cinque edizioni del “Rapporto Ecomafia” di Legambiente, sono stati accertati circa 14mila reati contro l’ambiente, collocando la Calabria al quarto posto della classifica nazionale, dopo Campania, Sicilia e Puglia, a conferma delle strette correlazioni che esistono tra l’aggressione criminale all’ambiente e gli interessi delle mafie, dal ciclo illegale dei rifiuti a quello del cemento. Vibo Valentia, come indice di illegalità ambientale per km2 di territorio, è stata dal 2017 al 2022 la seconda provincia della Calabria, con 0,95 reati accertati dalle forze dell’ordine, preceduta solo da quella di Reggio Calabria, con 1 reato ambientale per ogni km2 di territorio.
Si invoca il modello Vibo
<La Calabria affianca alla grande bellezza del proprio mare e del proprio territorio – ha concluso Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità – situazioni ancora insostenibili relativi alla depurazione, all’abusivismo edilizio, alla mala gestione del ciclo dei rifiuti, che incidono sui corsi d’acqua arrivando sulle coste. Quello che è emerso dall’iniziativa organizzata da Legambiente, è un vero e proprio “modello Vibo Valentia”, già sviluppato dal procuratore Falvo con la collaborazione delle Forze dell’Ordine e della Capitaneria di porto, grazie al lavoro straordinario di citizen science dei volontari e delle volontarie dei circoli di Legambiente, ai progetti di educazione ambientale da sviluppare nelle scuole del territorio, alle iniziative illustrate dal dirigente regionale Siviglia, alla partecipazione di sindaci e associazioni di categoria. Un “modello” a cui occorre dare da subito concretezza prima che parta la stagione estiva>. Ma se il quadro è allarmante, per come lo dipinge Legambiente, non c’è da stare certo allegri e, tantomeno, al di là delle parole di Enrico Fontana, c’è da prendere ad esempio un “modello Vibo”.