Il canto dei tonnaroti calabresi, che intonavano durante la pesca del tonno, riecheggia in lontananza. Sono passati quasi 70 anni dalla chiusura definitiva della Tonnara di Bivona, frazione di Vibo Valentia, ma chiudendo gli occhi si torna indietro nel tempo. Fresca di restauro, la Tonnara ospita carcasse di barche, relitti che raccontano storie quasi dimenticate.
Migliaia di turisti
Migliaia di turisti
L’apertura straordinaria dei giorni scorsi ha visto migliaia di turisti, accompagnati da giovanissime guide offertesi volontarie: Jacopo Camberini, le sorelle Sonia e Sara Campolongo, e Rosario Callipo. I visitatori hanno potuto immergersi nella vita dei tonnaroti, riscoprendo quella che fu un tempo il cuore pulsante dell’economia marinara. Tavole consumate, chiodi arrugginiti raccontano storie di uomini, di fatiche, di pesca e di attese. Il barcone più grande era denominato “della morte”: qui avveniva la mattanza.
Eliche non più funzionanti, timoni e grosse reti trasformano la Tonnara in un museo. E a breve – promette l’assessore alla Cultura, Stefano Soriano – grazie alla concessione del regolamento sull’istituzione del Museo del Mare e della Pesca, che verrà approvato prossimamente in consiglio comunale, la Tonnara sarà aperta definitivamente al pubblico.
Le scuole
“In inverno – continua ancora Soriano – ospiterà le scolaresche: sarà quindi l’occasione per far conoscere alle nuove generazioni la storia di questo luogo magico, che parla di fatica, di coraggio, di comunità e di uomini”. Quegli uomini che, durante le battute di pesca, si affidavano a San Francesco di Paola. La sua immagine, incastonata nel legno oramai usurato, racchiude il destino di tante vite affidate al mare.