“È stato terribilmente triste e doloroso assistere impotenti all’abbattimento dei maestosi pini di piazza Salvemini.” Inizia così il durissimo intervento dell’Osservatorio Civico Città Attiva, che affida a una nota a firma di Francesca Guzzo, Daniela Primerano e Ornella Grillo il proprio sdegno per l’eliminazione di quello che definiscono “uno spazio verde” che avrebbe potuto continuare a offrire refrigerio e qualità della vita ai cittadini.
I video che immortalano le ruspe mentre si accaniscono “barbaramente sugli inermi alberi” vengono descritti come “rappresentazione di un’insana considerazione nei confronti della natura e dei suoi benefici per tutti noi”.
L’ordinanza
Secondo l’Osservatorio, tutto ha origine dall’ordinanza sindacale n. 15 del 19 febbraio 2025, un atto immediatamente impugnato innanzi al Tar Calabria dalla sede vibonese del Wwf, “sin da allora supportata dalla nostra associazione”, precisano le tre legali.
Quella battaglia legale aveva fatto nascere una speranza concreta: “si sarebbe proceduto solo a seguito degli opportuni accertamenti su ogni singolo albero, e solo dopo aver verificato che effettivamente ognuno di essi rappresentasse un pericolo per i cittadini.” Una speranza, aggiungono, “rafforzata anche dalla pronuncia in fase cautelare dello stesso Tar”, che aveva stabilito il divieto di abbattimento fino alla sentenza di merito, fissata per il prossimo 2 luglio, “a meno di rappresentare un rischio reale e concreto che avrebbe dovuto essere accertato mediante ‘indagine fitostatica con metodo VTA “Visual Tree Assessment” ed indagine tramite metodologia SIM (pulling test)’”, secondo quanto stabilito dallo stesso Comune nell’atto con cui il 5 dicembre 2024 affidava l’incarico all’esperto individuato.
“E invece no!”, è il grido d’accusa dell’Osservatorio. Il Comune, sostengono, “ha incredibilmente scelto di procedere prima della pronuncia del Tar, inosservante delle sue indicazioni, con una fretta incomprensibile ed allo stato giustificata solo dal timore che la sentenza avrebbe potuto accogliere le istanze del Wwf”.
Documenti
Un’ipotesi che, a detta dell’Osservatorio, trova conferma nei documenti depositati in giudizio dal Comune, da cui emergerebbe che “l’abbattimento non era previsto nel progetto di riqualificazione della piazza e che l’Ente non aveva effettuato l’analisi tecnico-strumentale prescritta”, come chiarito “attraverso i media di Alessandro Caruso Frezza costituito per il Wwf”.
Lo stesso legale, in un intervento del 23 maggio 2025, ha precisato che la perizia redatta dal professionista incaricato dal Comune il giorno 18 febbraio 2025 “era stata formulata solo sulla base di una Valutazione Visiva dell’Albero (VTA), perché lo stesso tecnico non aveva ritenuto di dover integrare con prove strumentali”.
Una scelta, questa, che per l’Osservatorio rappresenta una chiara violazione delle prescrizioni: “Stando così le cose, l’esperto nominato dall’Ente avrebbe decretato la pericolosità degli alberi basandosi semplicemente sul loro esame visivo, in barba alle indicazioni date dal Tar e dallo stesso Comune con l’atto di incarico”.
La vicenda, secondo Guzzo, Primerano e Grillo, “è talmente importante da meritare approfondimenti”. E il motivo è chiaro: “I cittadini vibonesi hanno l’incontestabile diritto di conoscere i fatti, e meritano di sapere se davvero questo scempio fosse necessario”.
Impegno
L’Osservatorio ribadisce infine il proprio impegno al fianco del Wwf, annunciando che continuerà a sostenere ogni iniziativa legale e civile: “Perché restiamo convinti del fatto che una società civile debba tendere a costruire e preservare, non distruggere”.
“Quella pineta era uno spazio verde che con le dovute cure avrebbe potuto essere un piacevolissimo luogo in cui trascorrere del tempo all’aperto, riparati dalla calura estiva. Non riusciamo proprio a comprendere come sia stato possibile decidere di privare la cittadinanza dell’opportunità di godere dei mille benefici che derivavano dalla pineta brutalmente distrutta”.