Lamezia, Mascaro annuncia: non mi ricandido

Il sindaco uscente rinuncia alla candidatura per evitare rischi di esclusione e critica il centrodestra per la mancata unità sul candidato

Lamezia Terme, Paolo Mascaro annuncia il ritiro dalla corsa alle elezioni comunali

Il sindaco uscente rinuncia alla candidatura per evitare rischi di esclusione e critica il centrodestra per la mancata unità sul candidato.

Il sindaco uscente rinuncia alla candidatura per evitare rischi di esclusione e critica il centrodestra per la mancata unità sul candidato.

In attesa di una risposta ufficiale dal Ministero sulla durata del suo primo mandato e sulla conseguente possibilità di candidarsi nuovamente, Paolo Mascaro ha annunciato in diretta televisiva che non si presenterà alle prossime elezioni amministrative. La decisione, spiega, è dettata dalla volontà di non compromettere la candidatura degli aspiranti consiglieri a lui vicini, nel caso emergessero problemi di ineleggibilità successivi.

Mascaro non ha risparmiato critiche al proprio schieramento, accusandolo di non aver sollevato per tempo la questione e di non aver individuato un candidato unitario. La sua posizione, però, non si limita a un problema tecnico-giuridico: per il primo cittadino uscente, la scelta del candidato avrebbe dovuto spettare a Forza Italia, il partito di maggioranza, mentre Fratelli d’Italia e Lega, attualmente all’opposizione della sua amministrazione, hanno espresso posizioni critiche. Anche parte di Noi Moderati, pur avendo un assessore e tre consiglieri nella maggioranza, ha manifestato riserve.

Mascaro ha lasciato intendere di voler comunque restare attivo politicamente, aprendo all’ipotesi di un ruolo da consigliere comunale o assessore, se troverà un progetto politico che lo convinca. Nel frattempo, ha espresso il suo sostegno alla possibile candidatura di Emanuele Ionà come rappresentante del centrodestra.

Mentre i partiti nazionali saranno chiamati a scegliere i candidati sia per il centrodestra che per il centrosinistra, a Lamezia Terme il clima politico si fa sempre più acceso. Tra malumori interni e possibili cambi di schieramento, si ripropone un copione già visto: basti pensare che nel 2015 quattro consiglieri su ventiquattro finirono per sedersi tra i banchi dell’opposizione, nonostante fossero stati eletti con la maggioranza.

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