Lamezia ricorda il giudice Rosario Livatino, mostra nell’atrio del palazzo di Giustizia

Il magistrato proclamato beato tre anni fa è stato ucciso dalla mafia nel 1990. A tagliare il nastro la presidente vicaria della Corte d'Appello di Catanzaro, Gabriella Reillo

Una mostra dedicata al beato giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel 1990 e proclamato beato nel 2021 – Sub tutela Dei – è stata inaugurata nell’atrio del palazzo di giustizia di Lamezia Terme, dove resterà fino al primo marzo. A tagliare il nastro la presidente vicaria della Corte d’Appello di Catanzaro Gabriella Reillo, il presidente del Tribunale di Lamezia Terme Giovanni Garofalo e monsignor Serafino Parisi, Vescovo di Lamezia.
 <Abbiamo aderito entusiasticamente all’iniziativa dell’Azione Cattolica, che segue analoghe attività già promosse in altre realtà giudiziarie – ha detto Garofalo. La figura di Livatino mi è molto cara, c’è un’affinità personale: alla nostra generazione fu affidata la giustizia da giovanissimi. Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili scriveva Livatino nei suoi appunti – ha ricordato il procuratore di Lamezia Salvatore Curcio -. Al di là dell’attività giudiziaria forse la caratura di Livatino era tutta qui: il rovesciamento dei pregiudizi da cui non riusciamo a liberarci è il primo passo di ogni rivoluzione culturale>.
Dal canto suo, Giuseppe Lucantonio, procuratore generale di Catanzaro, che ha conosciuto Livatino, nel ripercorrere quel periodo in cui <non avevamo auto blindate o scorte”, ha ricordato come non solo Livatino non avesse con se nemmeno una pistola, ma anche la frase che disse ai suoi assassini: <Picciotti, che cosa vi ho fatto?>.
Mons. Parisi, partendo dalla frase di Livatino e riprendendo il passo del vangelo di porgere l’altra guancia, ha sottolineato che <mettendosi di fronte al volto dell’altro che percuote porgendo l’altra guancia, si dà una grande lezione. È come se dicesse: c’è un modo diverso di vivere rispetto al tuo, c’è uno stile alternativo, non violento, e tacitamente te ne sto dando testimonianza. Col dono della vita si ristabilisce la giustizia. Così, con gli occhi negli occhi del proprio assassino, quella tacita testimonianza non è solo il più grosso e il più tragico dei giudizi, ma diventa anche parola che stimola alla conversione>.

 I saluti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme sono stati portati dal presidente Giuseppe Pandolfo.

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