Lamezia, partiti in pressing su Murone. Riflettori su assessori e aziende partecipate

Il primo obiettivo del nuovo sindaco di centrodestra è quello di tenere gli equilibri e garantire tutte le forze politiche di maggioranza. Non potrà essere accantonato il vincolo di genere  

Ricevuta la fascia tricolore, per il sindaco di Lamezia Terme, Mario Murone, il tempo delle celebrazioni è già scaduto. Ora inizia quello, assai più delicato, della costruzione della squadra, la giunta che dovrà amministrare una città difficile e complessa.Perché se da un lato il nuovo sindaco ha confermato l’intenzione di seguire le indicazioni dei partiti che lo hanno sostenuto, dall’altro la mappa politica della maggioranza rende il mosaico del nuovo esecutivo tutt’altro che semplice da comporre. Sette posti da assessore, almeno due donne per rispettare la quota di genere, sei liste da rappresentare, e un equilibrio politico da mantenere senza fratture o strappi particolari. La partita è aperta, e nelle ultime ore si è fatta già intensa.

Il primo passaggio

Il primo atto istituzionale sarà la convocazione del Consiglio comunale, che dovrà riunirsi entro dieci giorni dall’insediamento ufficiale. In quell’occasione non si procederà ancora alla nomina della giunta, ma si eleggerà il presidente dell’assemblea. Fino ad allora a presiedere l’aula sarà Maria Lucia Raso, la più votata tra i consiglieri, che per regolamento riveste il ruolo di “consigliere anziano”, pur essendo tra le più giovani in assoluto. Ma quella sarà solo la prima tappa. Perché la vera trattativa politica è già in corso dietro le quinte, con i partiti impegnati a definire gli assetti della squadra di governo e, insieme a essa, le postazioni nelle principali società partecipate del Comune.

Sette assessori, tanti pretendenti

La coalizione che ha sostenuto Murone conta sei liste: Fratelli d’Italia, Noi Moderati, Forza Italia e Lega con tre consiglieri ciascuna, Lamezia Domani con due, e Calabria Azzurra con uno solo, ma pesante: si tratta dell’ex presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera, figura di equilibrio e riferimento centrista, vicino alla componente regionale guidata da Antonello Talerico. Se si applicasse alla giunta il principio proporzionale utilizzato per l’assegnazione dei seggi, due assessori andrebbero sia a Fratelli d’Italia che a Noi Moderati, mentre uno a testa spetterebbe a Forza Italia, Lega e Lamezia Domani. Calabria Azzurra, pur con un solo eletto, potrebbe comunque rivendicare un ruolo, soprattutto alla luce del profilo istituzionale del suo consigliere.

Il vincolo di genere

Oltre ai numeri, la costruzione della giunta dovrà rispettare anche i vincoli normativi. La legge impone che almeno un terzo degli assessori appartenga al genere meno rappresentato, quindi almeno due donne dovranno entrare in giunta. Ogni partito sarà dunque chiamato non solo a proporre nomi “pesanti”, ma anche a garantire una rappresentanza equilibrata tra uomini e donne, e tra esperienze consolidate e volti nuovi. La partita degli assessorati sarà strettamente legata alla composizione delle presidenze nelle commissioni consiliari e, soprattutto, alle nomine negli enti partecipati, terreno fertile per compensare eventuali scontenti o esclusioni.

Le aziende partecipate

Al centro della trattativa ci sono due nomi in particolare: Lamezia Multiservizi e Lameziaeuropa, società partecipate strategiche, oggi senza guida politica effettiva. Più incerta la situazione della Sacal, al momento senza un consiglio di amministrazione in carica, ma che potrebbe rientrare nel dibattito nei prossimi mesi. Tra giunta e partecipate, si contano almeno dieci postazioni chiave da assegnare. Una spartizione che, se vorrà garantire la tenuta della coalizione, potrebbe prevedere due nomine per ciascun partito maggiore, e una per le liste minori. Una logica, questa, che tiene insieme rappresentanza e governabilità, ma che non è priva di insidie.

Una maggioranza da tenere insieme

Il primo Consiglio comunale segnerà l’avvio formale della consiliatura, ma sarà solo l’inizio del vero lavoro politico. Murone dovrà affrontare una doppia sfida: dare un’identità alla nuova amministrazione e, contemporaneamente, tenere unita una maggioranza ampia ma potenzialmente fragile, con liste che si richiamano a riferimenti regionali e nazionali differenti, e che non sempre hanno visioni convergenti. Il margine d’azione del sindaco, dunque, si misurerà anche sulla sua capacità di mediazione, e sulla tenuta delle relazioni interne. Dovrà saper distribuire responsabilità senza perdere centralità politica, mantenere equilibrio senza rinunciare alla guida, e costruire una squadra capace di affrontare le sfide della città. A Lamezia, il tempo delle urne è finito. Ma il vero gioco della politica, quello che conta davvero, è appena cominciato.

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