La crisi economica e il disagio sociale si fanno sentire per i lavoratori Rsu dei cantieri di Zambrone e Cessaniti, costretti a proclamare lo stato di agitazione a causa del mancato pagamento delle retribuzioni relative ai mesi di agosto, settembre, ottobre e novembre 2024. La protesta, annunciata dallo Slai Cobas per conto dei dipendenti coinvolti, ha preso avvio ufficialmente nella giornata odierna, puntando i riflettori su una situazione che sta diventando insostenibile. Il sindacato ha inviato una lettera alla Tecnew srl, alla Prefettura e ai Comuni di Zambrone e Cessaniti.
La situazione nei cantieri
La situazione nei cantieri
I lavoratori del cantiere di Cessaniti, che hanno ricevuto soltanto un acconto per la retribuzione di agosto, non percepiscono lo stipendio da quattro mesi. Ancora più grave appare la condizione dei dipendenti in servizio a Zambrone, che non ricevono alcuna somma da settembre 2024. Questo ritardo nei pagamenti, definito dal sindacato come “ingiustificato e intollerabile”, aggrava un quadro già critico, sia sul piano economico che su quello psicologico.
Il timore che queste famiglie, già provate da una lunga attesa, debbano affrontare un Natale privo di serenità si fa sempre più concreto, con nessuna certezza sui tempi di erogazione delle somme dovute. L’avvicinarsi delle festività natalizie rende questa situazione ancora più dolorosa, mentre le risposte delle istituzioni e delle amministrazioni coinvolte continuano a mancare.
L’iniziativa sindacale e l’appello alla conciliazione
In questo contesto, la proclamazione dello stato di agitazione rappresenta, secondo Slai Cobas, l’unico mezzo rimasto per far sentire la voce dei lavoratori, spesso dimenticati nonostante i continui proclami politici a favore delle fasce più deboli. La procedura di raffreddamento e conciliazione prevista dalla Legge 146/1990 è stata ufficialmente avviata, con l’invio della richiesta alle Direzioni aziendali per l’apertura di un tavolo di confronto.
“È scandaloso che, in un momento storico in cui si parla tanto di aiuto ai lavoratori, dieci famiglie rischino di trascorrere il Natale più triste della loro vita,” ha dichiarato il coordinatore provinciale di Slai Cobas, Nazzareno Piperno.
Non mancano però esempi positivi. Il Comune di Drapia, infatti, ha accolto la richiesta di attivare il pagamento diretto dei lavoratori tramite le disposizioni previste dall’art. 11 del Codice degli Appalti, dimostrando – come sottolineato dal sindacato – una “sensibilità e capacità amministrativa degna di nota”. Questo esempio, tuttavia, rimane un’eccezione in un panorama complessivo di indifferenza.
Dignità e rispetto
La vicenda solleva interrogativi più ampi sulle condizioni dei lavoratori in settori essenziali come la raccolta RSU. Slai Cobas denuncia l’assenza di soluzioni concrete e di interventi tempestivi da parte delle istituzioni locali e nazionali. La situazione, a loro avviso, “indegna di un Paese che si considera grande come l’Italia”, mette in evidenza un sistema incapace di garantire diritti basilari.