Il Documento unico di programmazione (Dup) e il Bilancio di previsione non superano lo scoglio del voto consiliare e, per il sindaco Leo Mercuri e la sua ormai risicata maggioranza, il rischio di dover fare le valigie qualche giorno prima del previsto diventa alquanto concreto. Non sono bastati, in realtà, due giorni di schermaglie per trovare la quadra di una situazione del tutto delicata. Alla fine tutto si è cristallizzato su una posizione di parità tra i due opposti schieramenti e i lavori consiliari si sono chiusi lasciando intuire che i margini per cercare di recuperare il bandolo della matassa, da parte del sindaco Leo Mercuri, sono minimi, per non dire inesistenti.
Il Documento unico di programmazione (Dup) e il Bilancio di previsione non superano lo scoglio del voto consiliare e, per il sindaco Leo Mercuri e la sua ormai risicata maggioranza, il rischio di dover fare le valigie qualche giorno prima del previsto diventa alquanto concreto. Non sono bastati, in realtà, due giorni di schermaglie per trovare la quadra di una situazione del tutto delicata. Alla fine tutto si è cristallizzato su una posizione di parità tra i due opposti schieramenti e i lavori consiliari si sono chiusi lasciando intuire che i margini per cercare di recuperare il bandolo della matassa, da parte del sindaco Leo Mercuri, sono minimi, per non dire inesistenti.
Approvate le variazioni di bilancio
In realtà, lo scioglimento del Consiglio a seguito della bocciatura del Bilancio non è automatico, essendo il termine ultimo per la sua approvazione già fissato al 28 febbraio. Fino a quella data, quindi, il Dup e il Bilancio potrebbero tornare ancora in Consiglio per ulteriori e ipotetici tentativi di accordo, tanto all’interno della maggioranza quanto tra maggioranza e opposizione. Visto come sono andate le ultime due sedute, c’è comunque poco da fantasticare. Nella prima seduta le due parti in campo si sono trovate, in sostanza, con quattro consiglieri ciascuno. La maggioranza non è entrata in aula e il Consiglio è stato rinviato al giorno dopo, in seconda battuta, per mancanza del numero legale. La situazione di parità, però, non è cambiata, anche se questa volta i consiglieri in aula erano cinque per parte. L’assemblea ha approvato le variazioni di bilancio con il supporto della minoranza, ma sui punti successivi (Dup e Bilancio) il miracolo non si è ripetuto. Con cinque voti per parte, ogni castello è crollato e non si intravedono all’orizzonte possibilità di intesa.
Determinanti le assenze di Lentini e Limardo
Da una parte, infatti, il sindaco, stante l’assenza del presidente del Consiglio Vincenzo Lentini e dell’ex assessore Alfonso Limardo, ormai entrambi in posizione di scollamento dalla maggioranza, non ha più i numeri per andare avanti e, dall’altra, non è più pensabile, specialmente dopo l’esito dell’ultima seduta consiliare, che l’opposizione si possa prestare a giochi e giochini sotto banco per arrivare all’approvazione di Dup e Bilancio. In termini pratici, ai fini elettorali, non cambia nulla. In ogni caso la legislatura era arrivata alla conclusione e, comunque vadano le cose nei prossimi giorni, si voterà a primavera. Sul piano politico, invece, la mancata approvazione del Bilancio un peso ce l’ha. La maggioranza non ne viene fuori bene e il tutto potrebbe riverberarsi negativamente sulla prossima campagna elettorale. Tutto sommato, a pagare le conseguenze di tanto scalciare potrebbe essere proprio la prossima amministrazione, che, trovandosi senza Bilancio approvato, dovrà gestire il primo semestre della legislatura con i dodicesimi, cosa non del tutto agevole.
Rammarico e rabbia nella minoranza
“Con grande rammarico – afferma Rosalba Sesto, capogruppo di minoranza (nella foto) – devo rimarcare l’assenza di consiglieri di maggioranza che intendono proporsi come candidati a sindaco o a consigliere nella prossima competizione elettorale. Un atteggiamento negativo che dura da tempo e che appare inaccettabile, anche perché la politica è partecipazione a tutela degli interessi collettivi e non assenteismo”.
Una stoccata, la sua, che rischia di lasciare il segno. Il capogruppo di minoranza, peraltro, spazza subito via ogni possibile critica nei suoi confronti sostenendo che “era impossibile approvare un Documento di programmazione che non programmava proprio nulla, ma si limitava solo a opere minime per il 2026, saltando a piè pari il 2027 e il 2028. Non potevamo non valutare – prosegue – il parere negativo del revisore e il mancato utilizzo del Pnrr, da ritenere un’opportunità che non si ripeterà più. Sono saltati – sottolinea – tutti i progetti, a cominciare dalla telemedicina per arrivare allo sport e al recupero di borghi importanti come Motta Filocastro. Di tutto il danno fatto al territorio – conclude Rosalba Sesto – la maggioranza dovrà rendere conto all’intera collettività”.


