La stagione delle vacanze ha ormai preso il via. Villaggi, alberghi, campeggi, strutture balneari sono pronti a mettere a disposizione dei turisti, che già si riversano numerosi sul litorale vibonese, servizi di qualità, assaggi enogastronomici senza eguali, un patrimonio culturale apprezzabile, un mare cristallino e scorci paesaggistici mozzafiato. Non potranno, invece, regalare alle centinaia di migliaia di villeggianti in arrivo la sabbia dorata degli altri anni.
Joppolo, lungomare a rischio
L’erosione costiera, infatti, nell’indifferenza generale, ha, in gran parte, spazzato via le strisce d’arenile tanto amate dai cultori della tintarella e, soprattutto tra Joppolo e Tropea, bisognerà fare i conti anche con le poche possibilità di piazzare ombrelloni, sdraio e lettini. Per certi versi, lo spettacolo è sconcertante. La mancanza di sabbia non disturba il litorale joppolese (foto sotto) che ai suoi ospiti ha sempre offerto la sua splendida scogliera. Questo non significa che mancano i problemi. A preoccupare residenti e amministrazione comunale è, infatti, il progressivo avanzare del mare che, a poco a poco, specialmente in alcuni tratti, è arrivato a ridosso del lungomare sino quasi a lambire la strada. Nel corso degli anni, s’è sempre cercato di porre qualche ostacolo alla furia distruttiva dei marosi ripascendo il litorale con barriere di enormi scogli. Il rischio erosione, però, è sotto gli occhi di tutti.

Santa Maria, il mare avanza
Risalendo verso Nord, la prima spiaggia che si incontra è quella di Santa Maria, frazione di Ricadi. La sabbia praticamente è sparita o quasi. Il mare è a contatto con le case (foto sotto) e, se qualche mareggiata non rimetterà le cose a posto riportando la sabbia sull’arenile, cosa alquanto improbabile, per gli impianti ricettivi sarà un problema offrire ai turisti il servizio spiaggia. Ma sarà difficile stendersi al sole anche per i residenti. Anche in questo caso gli interventi effettuati negli anni passati con la realizzazione di barriere soffolte non hanno prodotto alcun esito. La situazione è del tutto peggiorata. E anche se, su iniziativa del consigliere regionale Francesco De Nisi, promotore della modifica della legge n.17/2005, oggi è possibile per gli operatori turistici provvedere a proprie spese, anche consorziandosi, al ripascimento della spiaggia, al momento la situazione è in pieno stallo. Probabilmente, portare a riva la sabbia non è cosa semplice.

Torre Marino, la sabbia non c’è più
Andando oltre Santa Maria e per tutti gli altri dieci chilometri del litorale ricadese, le lingue di sabbia sono al limite. Dimezzate rispetto all’anno scorso. A Torre Marino (foto sotto), una delle insenature più belle di Capo Vaticano, il paesaggio è desolante. Dell’arenile non c’è più traccia. Non ci fosse un muro in blocchi di cemento realizzato da un imprenditore privato, i guai per le strutture ricettive sarebbero davvero seri. Gli scogli riaffiorano ormai dappertutto sino ad arrivare a Tropea, dove, in buona parte, gli arenili, fortunatamente, mantengono, anche se ridotti, i propri spazi. Situazione delicata anche risalendo sino a Pizzo.

Interventi inefficaci
Come se ne viene fuori? Che fare per arginare il fenomeno dell’erosione costiera? Il problema non è semplice. Operatori turistici, amministratori comunali, giornali, social, da anni lanciano, inascoltati, il loro grido d’allarme. Gli occhi sono sempre puntati verso la cittadella regionale, che, però, fatica a varare un progetto organico efficace e complessivo. Neanche una recente interrogazione inoltrata al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto da parte dei consiglieri Antonio Lo Schiavo e Raffaele Mammoliti, è servita a smuovere le acque. Nel tempo, peraltro, gli interventi sono avvenuti sempre a macchia di leopardo e senza, magari, accompagnarli con adeguati studi correntometrici.
Finanziamenti non sfruttati
Il decreto n.355/2017, varato dall’allora presidente della giunta regionale Mario Oliverio, s’è perso nei cassetti della cittadella. Eppure quel decreto, collegato col “Documento programmatico di difesa del suolo”, attingeva tanto ai fondi Por 2014/2020 che a quelli del “Patto per lo sviluppo della Calabria” e metteva insieme la bella somma di 233.740.500 milioni di euro, di cui 65.424.795 riservati alla messa in sicurezza dei tratti di litorale più esposti al rischio mareggiate. In tale contesto, 3,5 milioni venivano destinati al tratto costiero Nicotera-Capo Vaticano e altri 5 al tratto Tropea-Pizzo. Quei fondi che fine hanno fatto? Perché la Regione ha bloccato ogni iniziativa limitandosi a commissionare lo studio di fattibilità per il tratto Nicotera-Capo Vaticano? Ultimamente s’è cercato di promuovere interventi su Tropea, Pizzo e Vibo, saltando del tutto il tratto costiero Nicotera- Capo Vaticano con conseguenti polemiche a tutto campo. Poi, non s’è saputo più nulla. Intanto, il mare avanza, gli arenili spariscono e le strutture ricettive restano esposte alla furia del mare. Sino a quando?