Locri, vent’anni dopo l’omicidio di Francesco Fortugno: il suo esempio continua a parlare ai giovani

Nel giorno del ventennale, la Calabria si ferma per ricordare il medico e vicepresidente del Consiglio regionale assassinato dalla ’ndrangheta. Mattarella, Schillaci e Occhiuto: il suo sacrificio resta un faro di legalità e giustizia

A vent’anni esatti da quel 16 ottobre 2005, Locri ha rivissuto una ferita che non si è mai rimarginata. Era il pomeriggio delle Primarie dell’Ulivo quando Francesco Fortugno, medico e vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, venne assassinato a colpi di pistola dentro Palazzo Nieddu. Oggi, la sua città lo ha ricordato con una cerimonia carica di commozione e di memoria civile, alla presenza delle istituzioni, della famiglia e di tanti cittadini.

Il ricordo del ministro Schillaci

Il ricordo del ministro Schillaci

“Ho avuto la fortuna di conoscere Franco Fortugno e ne ho un ricordo indelebile” – ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha partecipato alle iniziative commemorative. “Il suo omicidio è stato un episodio inqualificabile, ma deve restare un monito per agire sempre nella legalità. Da medico e da ministro – ha aggiunto – sento quanto sia delicato il tema della legalità nel campo sanitario”. Schillaci ha poi sottolineato come il messaggio di Fortugno parli ancora oggi ai giovani e alla coscienza collettiva di un Paese che vuole superare le disuguaglianze territoriali: “In sanità non possono più esistere differenze tra Nord e Sud. Tutti i cittadini hanno diritto alla stessa qualità di cure, indipendentemente da dove vivono.”

Il messaggio del Capo dello Stato

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto rendere omaggio alla memoria di Fortugno con un messaggio inviato alla moglie, l’ex deputata Maria Grazia Laganà Fortugno. “L’uccisione di Francesco Fortugno da parte di sicari della ’ndrangheta ha segnato la vita democratica della Calabria in modo incancellabile” – ha scritto il Capo dello Stato -. “Fu un uomo onesto, un medico stimato, che aveva scelto di impegnarsi per il bene comune in un territorio difficile.” Mattarella ha ricordato come quel delitto, compiuto durante un evento politico, abbia innescato “una forte reazione civile, soprattutto tra i giovani, che si fecero protagonisti di un movimento contro le mafie. La giustizia ha condannato esecutori e mandanti – ha aggiunto – dimostrando che le trame criminali possono essere sconfitte. Il suo rifiuto di sottomettersi alle cosche è un esempio di fiducia nella libertà e nella democrazia. A vent’anni da quel giorno, la Repubblica si inchina alla sua memoria.”

La Calabria che non dimentica

Nel suo intervento, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha ricordato il sacrificio di Fortugno come “un colpo al cuore della nostra terra, un attacco alla democrazia e alla speranza di chi crede nella legalità”. “Il suo esempio di coerenza e mitezza – ha aggiunto – richiama ancora oggi tutti noi alla responsabilità. Le istituzioni non devono mai arretrare di fronte alla prepotenza criminale.”

Un’eredità morale che resiste al tempo

Nel silenzio composto della piazza di Locri, accanto alla famiglia Fortugno e ai rappresentanti dello Stato, il ricordo di quel medico gentile è apparso più vivo che mai. Non solo come vittima di un delitto politico-mafioso, ma come simbolo di una Calabria che non si arrende. Vent’anni dopo, il suo nome continua a evocare la possibilità di una politica diversa, fatta di servizio e coraggio civile. E come ha ricordato Mattarella, “ai giovani continuano a parlare la sua testimonianza umana e la sua eredità morale”.

Francesco Fortugno, il medico che scelse la politica per cambiare la sua terra, resta  – oggi come allora – il volto pulito della Calabria che crede nella legalità.

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