“La Regione Calabria sconfessa se stessa. Non si può tradire la dignità del lavoro.” È un atto d’accusa durissimo quello lanciato da Davide Tavernise, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, a seguito della risposta ufficiale ricevuta dalla Giunta alla sua interrogazione sul rispetto dell’accordo quadro del 14 marzo 2022, siglato tra la Regione e le organizzazioni sindacali per la stabilizzazione degli ex Lsu-Lpu.
“Quello che denunciamo da mesi – ha dichiarato Tavernise – ora è nero su bianco. L’accordo è stato disatteso e le promesse fatte ai lavoratori sono rimaste lettera morta”.
Aumento delle ore
Al centro della contestazione, la mancata applicazione di uno dei punti più significativi dell’intesa: l’aumento delle ore contrattuali per migliaia di lavoratori e lavoratrici stabilizzati a tempo indeterminato ma con part-time “ridotti all’osso”. Una condizione che, secondo il rappresentante M5S, “li tiene lontani da una situazione economica dignitosa e da una prospettiva pensionistica minima”.
Secondo Tavernise, la Regione avrebbe dovuto utilizzare le risorse liberate dai pensionamenti per rafforzare i contratti in essere. “Quelle risorse, invece – ha attaccato – sono state dirottate altrove. Nonostante l’accordo fosse stato firmato dal presidente Occhiuto stesso, la Giunta ne dichiara oggi la natura ‘non vincolante’. Una presa di distanza politica e amministrativa che equivale a sconfessare un atto formale sottoscritto davanti ai rappresentanti dei lavoratori”.
Dati
E i numeri aggravano la denuncia: oltre un milione di euro tagliati per il 2024 e più di quattro milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026. “Una scelta in aperta contraddizione con gli obiettivi dell’accordo e col buon senso”, ha commentato il capogruppo, evidenziando come siano soprattutto i Comuni montani, già in difficoltà finanziaria, a pagare il prezzo più alto: “Non possono garantire da soli né il miglioramento delle condizioni contrattuali né la continuità dei servizi essenziali”.
Tavernise ha parlato di una situazione “inaccettabile”, sottolineando l’importanza delle mansioni svolte da questi lavoratori: “Garantiscono ogni giorno il funzionamento degli enti locali, spesso con responsabilità crescenti. Eppure vengono lasciati nell’incertezza, privati del diritto a un futuro, ignorati persino nelle richieste più elementari, come quella di avviare forme di mobilità intercomunale per una distribuzione più equa delle risorse umane”.
L’appello a Occhiuto
Infine, l’appello al presidente della Regione: “Mi rivolgo ancora una volta a Occhiuto e alla sua Giunta: è tempo di assumersi le proprie responsabilità. I lavoratori ex Lsu-Lpu non chiedono favori, chiedono rispetto. L’accordo va rispettato. Le risorse vanno ripristinate. Le istituzioni devono dimostrare credibilità, non voltare le spalle a chi rappresenta la spina dorsale dei nostri servizi pubblici”.