Non avrebbe mai immaginato che il suo posto, piazza Luigi Razza, meglio nota come piazza Santa Marina, nel cuore della città (ora un cantiere aperto) non sarebbe stato mai più occupato, perché oggi Vibo Valentia non ha un taxi. Eppure, Domenico Bianco, 85 anni, ce ne ha spesi ben 55 a fare il tassista e ad aspettare le telefonate di quanti avevano necessità di spostarsi da una località a un’altra. Sotto il sole o sotto la pioggia, per lui tutte le giornate erano uguali. La sua auto si muoveva sempre alla stessa velocità dando ai viaggiatori tranquillità e sicurezza.
Domenico (a Vibo tutti lo chiamano Mimmo) con le mani segnate dal tempo e il volto solcato dalle rughe, ha trascorso quasi tutta la vita al volante del suo taxi. Oggi non è più seduto sul sedile di pelle logora e lo sguardo fisso sulla strada. Cammina aiutandosi con un bastone; la sua amica di sempre, la vecchia auto l’ha messa a riposare in garage. Lui, invece, racconta il suo lavoro, i suoi viaggi, i suoi incontri, le sue amicizie, quelle che nascevano solo all’interno della sua auto durante le corse. Indimenticabili i suoi dialoghi con l’attrice Isabella Biagini, deceduta qualche anno addietro o quelli con il grande Mirigliani ai tempi di Miss Italia.
Domenico (a Vibo tutti lo chiamano Mimmo) con le mani segnate dal tempo e il volto solcato dalle rughe, ha trascorso quasi tutta la vita al volante del suo taxi. Oggi non è più seduto sul sedile di pelle logora e lo sguardo fisso sulla strada. Cammina aiutandosi con un bastone; la sua amica di sempre, la vecchia auto l’ha messa a riposare in garage. Lui, invece, racconta il suo lavoro, i suoi viaggi, i suoi incontri, le sue amicizie, quelle che nascevano solo all’interno della sua auto durante le corse. Indimenticabili i suoi dialoghi con l’attrice Isabella Biagini, deceduta qualche anno addietro o quelli con il grande Mirigliani ai tempi di Miss Italia.
“Una volta la Biagini ha voluto essere accompagnata da me a Roma – ricorda -. Io sono partito subito, senza pensarci due volte. Aveva paura delle gallerie e dei ponti, ma io la rassicurai parlando per ore… Cercavo strade alternative ma non era per nulla facile. A quei tempi te la dovevi cavare da solo. Oggi le macchine parlano… ti guidano, di dicono da dove devi andare. La mia auto invece la guidavo io, ma lei mi seguiva ed aveva tanta fiducia in me”.