Maltrattamenti ad anziani in una casa di riposo, tre condanne confermate

Le indagini dei Nas avevano documentato sedazioni con psicofarmaci, cibo insufficiente e trattamenti crudeli nei confronti di persone non autosufficienti, rivelando gravi violazioni della sicurezza e della dignità degli ospiti

Si è concluso con la condanna di tutte e tre le imputate il processo “La Signora” nato da un’indagine dei Nas su presunti casi di maltrattamenti e abbandono di persone incapaci avvenuti all’interno della casa di riposo abusiva “Casa del Sole”. Su richiesta della Procura, la Corte d’assise di Reggio Calabria ha ritenuto colpevoli le due titolari della struttura Giovanna Scarfò e Cecilia Prestipino. La prima è stata condannata a 14 anni e 6 mesi di carcere, mentre la seconda a 13 anni e 6 mesi. A 12 anni e mezzo di reclusione, infine, è stata condannata Margherita Battaglia, la dipendente della casa-famiglia che aveva sede in via Bruno Buozzi, in pieno centro a Reggio Calabria.

Si è concluso con la condanna di tutte e tre le imputate il processo “La Signora” nato da un’indagine dei Nas su presunti casi di maltrattamenti e abbandono di persone incapaci avvenuti all’interno della casa di riposo abusiva “Casa del Sole”. Su richiesta della Procura, la Corte d’assise di Reggio Calabria ha ritenuto colpevoli le due titolari della struttura Giovanna Scarfò e Cecilia Prestipino. La prima è stata condannata a 14 anni e 6 mesi di carcere, mentre la seconda a 13 anni e 6 mesi. A 12 anni e mezzo di reclusione, infine, è stata condannata Margherita Battaglia, la dipendente della casa-famiglia che aveva sede in via Bruno Buozzi, in pieno centro a Reggio Calabria.

Il decesso di un ospite

Al termine del processo, nei confronti delle imputate, ha retto anche l’aggravante dall’aver cagionato la morte di un ospite. L’inchiesta, che aveva portato a diversi arresti nel giugno del 2022, era iniziata l’anno precedente quando i carabinieri del Nas hanno verificato la denuncia di una signora il cui marito, affetto da malattia neurodegenerativa, era deceduto in ospedale dopo un periodo di degenza nella casa di riposo.

Intercettazioni e altro

Le intercettazioni telefoniche, l’acquisizione delle cartelle cliniche e le ispezioni igienico sanitarie, assieme ai pedinamenti degli indagati all’epoca hanno fatto emergere che l’uomo sarebbe stato vittima di maltrattamenti e abbandono. Ciò avrebbe causato un peggioramento irreversibile della sua condizione fino a giungere al decesso. Secondo l’accusa, le imputate e altri indagati avrebbero maltrattato anche gli altri 15 ospiti della casa di riposo, tutti affetti da gravi patologie e non autosufficienti, ai quali sarebbero anche state somministrate scarse quantità di cibo, anche scaduto e mal conservato, tali da cagionare deperimento e malnutrizione.

Stando alle risultanze investigative, inoltre, alcuni pazienti venivano sedati con psicofarmaci per renderli “gestibili”. Nell’ordinanza di arresto c’era scritto che le imputate avevano agito con “straordinaria crudeltà manifestata nei confronti delle vittime”. (Ansa)

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