È un intervento che Raffaele Mammoliti, già consigliere regionale e componente della Direzione nazionale del Partito democratico, definisce un “bel segnale”, quello arrivato sul fronte della programmazione delle risorse europee in Calabria. Un segnale colto “nonostante la disattenzione generale”, che ha consentito di evitare il rischio di una destinazione dei fondi regionali a spese militari.
È un intervento che Raffaele Mammoliti, già consigliere regionale e componente della Direzione nazionale del Partito democratico, definisce un “bel segnale”, quello arrivato sul fronte della programmazione delle risorse europee in Calabria. Un segnale colto “nonostante la disattenzione generale”, che ha consentito di evitare il rischio di una destinazione dei fondi regionali a spese militari.
Mammoliti valuta positivamente la chiarificazione fornita dall’Autorità di gestione in merito alla proposta di modifica del Programma regionale Fesr/Fse+ 2021-2027. Una precisazione che, sottolinea, è arrivata anche grazie al tempestivo intervento della Cgil Calabria, la quale ha formalmente espresso le proprie preoccupazioni, ottenendo per iscritto l’esclusione di qualsiasi utilizzo delle risorse per finalità militari.
Secondo l’esponente dem, in Calabria permangono numerose criticità e l’eventuale impiego delle ingenti risorse delle politiche di coesione per sviluppare infrastrutture di difesa resiliente, anche in funzione della mobilità militare dell’Unione europea, sarebbe stata “una decisione deleteria”.
Pur accogliendo favorevolmente la scelta compiuta, Mammoliti invita però a mantenere alta l’attenzione. “Occorre vigilare – afferma – affinché l’utilizzo delle risorse avvenga in modo proficuo e tempestivo, destinandole a interventi di rafforzamento dei sistemi di protezione civile, di allertamento e prevenzione multirischio, all’adattamento ai cambiamenti climatici e all’adeguamento del sistema idrico integrato agli standard europei e nazionali”.
Per Mammoliti, l’utilizzo esclusivo dei 15,5 milioni di euro disponibili per lo sviluppo sociale, civile ed economico rappresenta una “scelta essenziale per governare al meglio le transizioni energetiche, climatiche, digitali e ambientali”. Una direzione che, conclude, “può favorire il potenziamento di infrastrutture”.
