Mare e turismo, il nuovo volto di Vibo Marina che nessuno riesce a dipingere

Il litorale vibonese specchio di una città deserta e abbandonata. Mancano strutture ricettive, servizi, attività di svago e collegamenti idonei

I programmi, il voto, le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. E’ il momento delle decisioni. I cittadini di Vibo Valentia si apprestano a scegliere il futuro sindaco e il nuovo Consiglio comunale. I quattro candidati a sindaco avranno un compito difficilissimo: provare a liberarsi di quella politica che pensa solo a come sistemare le cose, che prova a manovrarli da dietro le quinte, che osserva e non si esprime.
Noi di Calabria martedì pomeriggio a Vibo Marina, su via Cristofaro Colombo, alle ore 18, avrà di fronte i quattro candidati a sindaco. Un incontro che potrà essere seguito anche in diretta fb.
Con Enzo Romeo (centrosinistra), Francesco Muzzopappa (Centro), Roberto Cosentino (Centrodestra) e Marcella Murabito (Rifondazione comunista) affronteremo le questioni che rappresentano l’asse portate di quello che dovrebbe essere un organico programma di sviluppo per la città e il territorio: una su tutte come valorizzare il bene più prezioso, ovvero, il mare e quindi il turismo; il Porto, che oggi rappresenta lo specchio della città: morto, isolato, deserto. Scelte sbagliate, occasioni perdute, decenni di errori hanno finito per affossarlo.
Ostaggio di compromessi e per giunta di amministratori incompetenti hanno provato a conciliare depositi costieri e diporto. Attorno alle banchine dello scalo di Vibo Marina si osservano rottami, capannoni e depositi di carburante che arricchiscono qualche gruppo petrolifero ma che non portano nulla al territorio e che dovrebbero essere sgomberati o delocalizzati. Al contrario in altre realtà turistiche sorgono bar, ristoranti, negozi, market, servizi, attività di svago; con la movida che invade ogni spazio ed esercita una forte attività di richiamo. Una visione moderna, l’altra faccia del turismo, quella che fino ad oggi a Vibo Marina nessuno ha avuto il coraggio di perseguire. Un percorso ostacolato dagli interessi di pochi.
E poi la riqualificazione del Pennello, il degrado mai rimosso, gli immobili abusivi, il ruolo di Portosalvo e Bivona, la realizzazione di alberghi, parcheggi, insediamenti balneari, collegamenti più agevoli con le nostre stazioni, il centro della città e la vicina autostrada. Il nuovo volto dell’area industriale con adeguati collegamenti con il Porto potrebbe spalancare le porte a servizi di rimessaggio e cantieri nautici importanti capaci di dare una risposta alternativa anche in termini occupazionali alla crisi che in quest’area ha lasciato solo macerie. Insomma quanto serve per dare intraprendere una nuova strada e fare del litorale vibonese un vero e proprio luogo di attrazione.
Nessuno può dimenticare le piccole frazioni come Longobardi, San Pietro, la stessa Triparni, destinate a morire anche a causa di un Psc che non permette neanche la realizzazione di piccole strutture recettive.
E poi la crisi del commercio, il deserto di Corso Vittorio Emanuele, la chiusura delle aree archeologiche e così via. Quelle di fronte alle quali le amministrazioni che negli anni si sono succedute alla guida di palazzo Luigi Razza non sono riuscite a dare una risposta. Per adesso assistiamo a dibattiti che ci riportano con la mente al lontano dopoguerra, quel mondo che abbiamo appreso dai libri di storia; altro che investimenti e modernizzazione: si parla di strade che crollano, di mancanza di acqua potabile, di reti idriche colabrodo, di scuole chiuse e così via. Sono argomenti sui quali martedì sera i candidati avranno la possibilità di poter dare delle risposte. Speriamo convincenti.

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