Meridionale Petroli, la Capitaneria di Porto spiega il sequestro: inquinamento e violazioni di impatto ambientale

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, vanno avanti al fine di accertare anche eventuali problemi di sicurezza

In data odierna, personale del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Vibo Valentia, nell’ambito di un’articolata attività di indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia in materia di tutela dell’ambiente e salvaguardia della salute pubblica, ha proceduto al sequestro preventivo penale del deposito costiero di prodotti petroliferi ubicato in ambito portuale, per una superficie totale di circa 26.700 (ventiseimilasettecento) metri quadrati.

Al riguardo, alla società in questione, la cui attività prevalente consiste nello stoccaggio e movimentazione di prodotti petroliferi liquidi finiti, veniva contestata la violazione dell’art. 137 comma 5 del D. Lgs n. 152 del 03/04/2006, poiché immetteva uno scarico di acque reflue industriali in condotta fognaria, superando i valori limite fissati dal Testo Unico Ambientale per taluni parametri, tra cui azoto nitroso, tensioattivi totali, ferro ed idrocarburi totali.

Inoltre, si accertava la violazione dell’art. 279 comma 1 del D. Lgs n. 152 del 03/04/2006, poiché la società esercitava la propria attività produttiva sprovvista dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera di cui all’art. 269 del D. Lgs n. 152 del 03/04/2006, provvedimento sotteso all’Autorizzazione Unica Ambientale prevista dal D.P.R. n° 59 del 13/03/2013.

Peraltro, nell’ambito della medesima attività investigativa, al fine di compiere una verifica sulle emissioni in atmosfera prodotte dagli impianti in uso presso il deposito costiero, veniva esperito un monitoraggio sulla qualità dell’aria con l’ausilio tecnico dell’Arpacal del dipartimento di Vibo Valentia, all’esito del quale venivano constatati valori anomali di benzene in atmosfera, costituendo ciò un potenziale pericolo per la salute dei lavoratori del sito produttivo.

Infine, considerata la capienza totale dei serbatoi adibiti allo stoccaggio di prodotto petrolifero, si appurava che il medesimo stabilimento esercitava l’attività d’impresa in assenza delle preliminari verifiche di assoggettabilità dei progetti degli impianti alla valutazione di impatto ambientale dell’Autorità Competente. Per tale violazione veniva elevato dai militari della Guardia Costiera un verbale di accertamento la cui irrogazione della sanzione amministrativa (che può variare da 35.000 (trentacinquemila) sino a 100.000 (centomila) euro) è di competenza della Regione Calabria, ai sensi dell’art. 29 del Testo Unico Ambientale.

Le attività di indagine della Capitaneria di porto proseguiranno, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e di concerto con Arpacal e Asp di Vibo Valentia, al fine di accertare e reprimere ulteriori eventuali violazioni sulla normativa ambientale e relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

La Capitaneria di Porto chiarisce allo stesso modo che i provvedimenti adottati in fase investigativa e/o dibattimentale non implicano alcuna responsabilità dei soggetti sottoposti ad indagini ovvero imputati e che, le informazioni sul procedimento penale in corso sono fornite in modo da chiarire la fase in cui il procedimento pende e da assicurare, in ogni caso, il diritto della persona sottoposta ad indagini e dell’imputato a non essere indicati come colpevoli fino a quando la colpevolezza non sia stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.

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