Meridionale Petroli, le osservazioni del Comune tra contraddizioni palesi e scelta sospesa

Prudenza istituzionale e mandato unanime del Consiglio comunale di Vibo fanno emergere situazioni che rischiano di pesare sulla conferenza dei servizi del 19 dicembre

Il Comune di Vibo Valentia ha formalmente trasmesso le proprie osservazioni sulla richiesta di rinnovo ventennale della concessione demaniale marittima avanzata dalla società Meridionale Petroli S.p.A. per lo stabilimento di carburanti nel porto di Vibo Marina. Un documento articolato, che si presenta come analisi strategica e non come atto di mera opposizione, e che punta a conciliare sviluppo economico, sicurezza e qualità della vita. È da qui che riparte, oggi, una vicenda che da decenni segna il rapporto irrisolto tra il porto e la città.

Impianto incompatibile con la vocazione turistica

Impianto incompatibile con la vocazione turistica

Nelle osservazioni, l’Amministrazione comunale riconosce apertamente la profonda trasformazione del tessuto urbano e sociale di Vibo Marina. Negli ultimi vent’anni il porto ha progressivamente assunto una vocazione sempre più turistica e ricreativa, diventando fulcro di attività legate alla nautica da diporto, al trasporto passeggeri, alla pesca e a un sistema crescente di strutture ricettive e di ristorazione affacciate sul litorale. Una dinamica definita spontanea e ormai strutturale, che rende sempre più evidente l’incompatibilità tra questo processo di sviluppo e la presenza di un deposito petrolifero nel cuore dell’area portuale.

Tra pericoli e vincoli

Il documento sottolinea come l’insediamento industriale della Meridionale Petroli, per la sua stessa natura, imponga vincoli e limitazioni che soffocano lo sviluppo del porto. I perimetri di sicurezza previsti per un impianto classificato come stabilimento a rischio di incidente rilevante (Seveso III) si sovrappongono alle aree destinate alla nautica da diporto, alla realizzazione di nuove infrastrutture, a spazi pubblici, percorsi pedonali e aree verdi. Vincoli che si traducono in un danno concreto per l’intera comunità, bloccando investimenti e riducendo la piena fruizione di aree strategiche.

Piano di emergenza e viabilità

Al centro delle osservazioni comunali c’è anche il tema della sicurezza pubblica. La necessità di un Piano di Emergenza Esterno, le criticità legate alla viabilità, la difficoltà delle vie di accesso ed esodo e la presenza di attività commerciali e aree di sosta nelle immediate vicinanze dell’impianto rendono estremamente complessa qualsiasi ipotesi di evacuazione o di intervento dei mezzi di soccorso. Il rischio potenziale di esplosioni, incendi o dispersione di sostanze pericolose assume una gravità ancora maggiore in un’area densamente frequentata e in costante espansione turistica.

La proposta di un rinnovo a termine

Alla luce di queste criticità, il Comune propone una soluzione definita “win-win”: non la chiusura dell’attività, ma la delocalizzazione dell’impianto. Nelle osservazioni si suggerisce un rinnovo della concessione solo a termine, subordinato a un impegno formale e vincolante dell’azienda al trasferimento nell’area industriale di Porto Salvo. Un piano di delocalizzazione con cronoprogramma definito, clausole sanzionatorie in caso di inadempienza, la garanzia della continuità occupazionale e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente con Autorità portuale, Regione, Prefettura e Corap/Arsai completano la proposta.

Le contraddizioni più evidenti

Ed è qui che emergono le contraddizioni più evidenti. Perché se da un lato le osservazioni riconoscono l’incompatibilità strutturale dell’impianto con il futuro del porto, dall’altro il tono complessivo appare prudente, quasi attendista. Una prudenza che stride con la decisione assunta alcuni mesi fa dal Consiglio comunale di Vibo Valentia, che all’unanimità aveva dato mandato al sindaco di adoperarsi per la delocalizzazione della Meridionale Petroli senza condizioni e senza ambiguità.

Disatteso l’indirizzo politico

La distanza tra l’indirizzo politico e le valutazioni amministrative diventa ancora più evidente se si considera il contesto. Lo stabilimento è collocato tra il mare e le banchine, in un’area urbana sensibile, ed è stato per mesi sottoposto a sequestro per inquinamento e per la mancata osservanza della normativa sulle emissioni. Un elemento che avrebbe potuto rafforzare una posizione più perentoria e che invece resta sullo sfondo di un impianto argomentativo improntato al rispetto delle responsabilità altrui.

Occupazione: una fragile motivazione

Anche il dato occupazionale contribuisce a rendere fragile la cautela istituzionale. I lavoratori del posto impiegati nello stabilimento sono sette. Un numero che va tutelato, ma che non giustifica la permanenza di un impianto ad alto rischio nel cuore del porto, soprattutto quando la stessa Amministrazione riconosce che la delocalizzazione a Porto Salvo non metterebbe a rischio quei posti di lavoro e potrebbe anzi creare condizioni favorevoli a un loro incremento.

La prudenza è solo debolezza

Il rischio, ora, è che questa prudenza si traduca in debolezza. Alla conferenza dei servizi convocata dall’Autorità di Sistema Portuale di Gioia Tauro per il 19 dicembre, le osservazioni del Comune potrebbero non essere sufficienti a orientare una decisione definitiva sul mancato rinnovo della concessione demaniale. Senza una posizione più coerente con il mandato unanime del Consiglio comunale, l’occasione di chiudere una volta per tutte una vicenda che da decenni ammorbano il porto di Vibo Marina potrebbe trasformarsi nell’ennesimo rinvio.

La partita Meridionale Petroli non è una questione ideologica, ma una scelta di visione. Le osservazioni del Comune lo riconoscono. Resta da capire se, oltre all’analisi, ci sarà la forza politica necessaria per tradurre quella visione in una decisione irreversibile.

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